Breve itinerario parigino 2025 (REPORTAGE) ~ di Azzurra Bonanni e Romain Iovinelli - TeclaXXI

REPORTAGE 



BREVE ITINERARIO PARIGINO 2025 - 


di Azzurra Bonanni e Romain Iovinelli


* salvo diversa indicazione, le foto sono di ©Azzurra Bonanni e di ©Romain Iovinelli




Il nostro viaggio nella Ville Lumière ha avuto inizio con una tappa fondamentale, soprattutto dopo i recenti restauri a seguito dell’incendio avvenuto tra il 15 e il 16 aprile 2019: Notre-Dame de Paris. Nonostante i lavori di restauro abbiano, in gran parte, attenuato l’oscurità dell’ambiente che lo stile gotico richiederebbe, rimane un punto d’interesse d’obbligo nella città.





Uno dei pasti da noi più apprezzati: le galettes. In Italia ancora non molto conosciute, queste “crêpes” salate dalle origini bretoni, nello storico locale Le Petit Josselin, situato nel quartiere di Montparnasse, ci hanno rubato il cuore.



©Mission Bretonne, Ti ar vretoned, 75014 Paris

Confidiamo nella permanenza della Bretagna nel quartiere, grazie alla Maison de Bretagne (8, rue de l'Arrivée), alla Mission bretonne (22, rue Delambre), anche se i tipici locali bretoni vengono sostituiti da quelli nipponici aut similia, anche se il Bretagne, uno dei cinema-istituzione è stato chiuso (e non è l'ultimo: pochi giorni fa, il Miramar), così come il negozietto al 10, rue du Maine che vendeva  oggetti con simboli bretoni e celtici , a cominciare dalla bandiera di quella che chiamano ancora e sempre Breizh, e tutto quanto poteva testimoniare che la gare di Montparnasse unendo quella regione alla città dalla seconda metà del XIX secolo (1865) era la porta d'ingresso alla capitale. 



Una tartelette aux fraises e una religieuse au café.

In ogni boulangerie parigina che si rispetti, non possono mancare queste due specialità della pasticceria francese. Quanto al perché una delle due si chiami religieuse, è presto detto: la sua forma richiamerebbe la persona e l'abito di una suora. Quel che pochi sanno è che è stata «creata» (la versione primigenia: al cioccolato) in un Café parigino dal nome italianissimo: Frascati. 

Secondo la leggenda, sarebbe opera di un pasticciere napoletano che sfruttò la pâte à choux (quella con cui si fanno i bignè) - altra creazione italiana del signor Pantanelli, pasticciere alla corte di Caterina de' Medici. Prese due bignè e li mise uno sopra l'altro, ripieni di cioccolata (ma noi preferiamo la versione caffè).




Disneyland Paris: unico parco a tema Disney di tutta Europa. Aperto nel 1992, non poteva mancare nel nostro itinerario. Abbiamo visitato, avendo avuto un solo giorno a disposizione, solamente il parco a tema Principesse Disney. Consigliamo, tuttavia, di soggiornare in uno degli Hotel Disney o se, come noi, siete limitati dal tempo, di dare la priorità al parco a tema Walt Disney. Quest’ultimo, seppur più piccolo, è al passo con i tempi.



In foto: soupe à l’oignon.

Altra specialità - a priori non molto amata dai palati italiani (ma occorre provare per ricredersi) - della cucina francese, gustata in quello che fu il primo caffè di Parigi e secondo molti anche il più antico caffè d’Europa: Procope. Fu frequentato dagli illuministi e dai rivoluzionari francesi. A oggi, conserva un autentico cimelio d’epoca ottocentesca: il bicorno appartenuto a Napoleone Bonaparte.

 dal sito del ristorante Procope

Fu anche molto frequentato dai poeti e dagli artisti: Alfred de Musset insieme con l'allora sua innamorata George Sand (al secolo, Aurore Dupin), Paul Verlaine, Oscar Wilde, tra gli altri. E poco più in là, c'è l'atelier-museo di Eugène Delacroix da non perdere (place de la rue Furstenberg).


 George Sand e Alfred de Musset disegno del «romano» Célestin Nanteuil

Da notare che Procope è il nome francesizzato di Francesco Procopio, siciliano, nato alla metà del XVII secolo e trasferitosi a Parigi. Questo stesso locale diverrà di proprietà di un altro italiano, Zoppi, poco prima della fine del XVIII secolo. E poi e poi...



Il Musée Carnavalet è il Museo della Storia di Parigi, dalle origini sino ai nostri giorni (23, rue de Sévigné). In foto, una delle mappe presenti nel museo attraverso cui si esplora l’evoluzione della città nel corso del tempo. È un luogo incontournable, quando si è già visitata la Parigi turistica. 

Questo museo, così come le Catacombe di Parigi, è gratuito per i cittadini italiani con residenza a Roma.



Per noi, le Madeleine* non sono solo biscotti! In realtà, il loro nome è Fontaines Wallace (ma il loro soprannome è brasserie des quatre femmes - uhm, a occhio, è troppo lungo per essere privilegiato da un francese), dal nome del filantropo (e francofilo) inglese Richard Wallace. Ricchissimo per nascita, costui prese a cuore le sorti dei parigini assediati dai Prussiani (1870),  finanziando ambulanze e fontane pubbliche. Si tratta di edicole in ghisa e ferro, generalmente di un verde scuro, rette da 4 cariatidi femminili, su disegno di Charles-Auguste Lebourg. Sono sparse per tutta la città  e per la nostra visibile felicità, sono state finalmente riaperte dopo un lungo inverno (le chiudono a metà novembre fino a metà marzo dell'anno successivo, per paura delle gelate).


1932 bicchiere con catenella - domaine public


*Le Madeleines, come le chiamiamo in casa (associando le belle donne all'acqua, come lacrime della penitente biblica), rappresentano la bontà, la carità, la sobrietà e la semplicità. Le abbiamo viste anche in Spagna. Un tempo, quando non si era troppo schizzinosi (cioè fino al 1952), attaccato alle fontane c'era un gobelet (un bicchierino) per poter bere agevolmente.

Concludiamo il nostro viaggio con una suggestiva quanto macabra immagine che ritrae alcuni dei numerosi teschi e delle ossa umane conservate all’interno delle Catacombe di Parigi. 

Si tratta di chilometriche gallerie, i cui teschi datano dalla fine del XVIII secolo, periodo durante il quale, per ragioni sanitarie e di spazio, le fosse comuni vennero svuotate e trasferite sottoterra. 


©Musée Carnavalet

Last but not least, tra gli (apparentemente tutti) anonimi teschi, vi è quello di una delle figure più controverse della Rivoluzione francese: Maximilien Robespierre.

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AZZURRA BONANNI

BIONOTA

     Azzurra Bonanni ha ventitré anni ed è nata a Roma. Si è diplomata nel 2019 presso il Liceo linguistico Dante Alighieri di Fiuggi. 

Nell’ottobre del 2022 si è laureata in Lingue e Letterature Moderne all’Università di Tor Vergata, con una tesi – Il linguaggio economico e la sua traduzioneun manuale di economia politica - che ha avuto per oggetto la traduzione di una sezione del manuale di economia Para entender la economía política y la política económica di Valeriano F. García. Traduce poesia dallo spagnolo all'italiano.


ROMAIN IOVINELLI


BIONOTA 

Nato a Roma, ha vissuto in Croazia, Francia,  Inghilterra e Marocco. Si è diplomato al liceo americano di St.-Cloud e si è laureato come assistente alla regia presso il CLCF a Parigi. 

È laureato altresì  in lingue e letterature moderne in Italia, con una tesi in angloamericana su Ulysses S. Grant.  

A parte i suoi interessi storici, è trilingue e maratoneta. Ha creato il Marco Aurelio Project

Traduce prosa dal/verso l'inglese.










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