Il problema di Monty Hall: Capre e Automobili (SCIENZA) ~ di Alessandro Giuliani - TeclaXXI
SCIENZA
Alessandro Giuliani
Il problema di Monty Hall: Capre e Automobili
immagine creata da Jacqueline Spaccini©2025
Di
ritorno dalla pausa estiva (con molti lettori che spero per loro si trovino
ancora in vacanza), mi sembra adatto al periodo un breve intervento sul lato
‘curioso e inaspettato’ della scienza. L’idea è quella di abbandonare le
malefatte di una tecno-scienza arrogante e senza anima e goderci qualcosa che
ci faccia capire come possiamo entrare nel gioco con la nostra intuizione. Il
campo della probabilità riesce spesso a far giocare ad armi pari ‘barbe di
professori’ e chi di scienza non si è mai occupato (anzi a volte con un lieve
vantaggio per gli ‘incolti’).
Ecco
allora servito un caso, a mio avviso, godibilissimo.
“Ma mi faccia il piacere
… se non lo so io che sono un professore, allora chi lo dovrebbe sapere?’
Questo era più o meno il tono delle circa diecimila lettere (tra cui quelle di
molti matematici accademici) che, nel 1990, arrivarono alla geniale Marilyn vos
Savant, responsabile della rubrica ‘Ask Marylin’ del Parade magazine, una
rivista molto diffusa negli Stati Uniti. Il tema di tante inviperite lettere di
protesta era la risposta (che, come vedremo, era giusta, ma che tanti
professori non ebbero l’umiltà di controllare) al cosiddetto ‘Problema di
Monty Hall’ (la lettrice e il lettore più accaniti troveranno una descrizione
del problema molto più completa e profonda della mia e che arriva a
scandagliare aspetti molto profondi del gioco, consultando questo sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Problema_di_Monty_Hall)
che Marilyn aveva fornito a un lettore della sua rubrica che le aveva chiesto:
‘ Supponi di essere in un gioco televisivo (il lettore si riferiva a un gioco
portato avanti effettivamente per vari anni nella serie televisiva ’Let’s Make
a Deal’), e di dover scegliere tra tre porte. Dietro una porta si nasconde
un’automobile, dietro le altre due una capra e tu potrai portare a casa quello
che c’è dietro la porta scelta. Tu bussi alla porta numero 1 (ma non la apri),
e il conduttore, che sa cosa c’è dietro
ogni porta (e che naturalmente fa in modo di non svelare il gioco, e questo
è aspetto fondamentale, oltre al fatto piuttosto ovvio che si preferisca
vincere un’auto piuttosto che una capra) apre un’altra porta, diciamo la porta numero
3, dietro la quale c’è una capra. Il conduttore a questo punto ti chiede: ‘Vuoi
cambiare porta?’. La domanda allora è: ‘Secondo te, è meglio cambiare (e quindi
aprire la porta 2 invece della 1) oppure è meglio mantenere la scelta iniziale?’
Marylin
vos Savant rispose che conveniva sempre cambiare, perché le probabilità di
vincere l’auto salivano a 2/3…da qui il putiferio di accademici indignati.
Tutte le lettere dicevano che era assolutamente identico tenere la 1 o
cambiarla per la 2 e che si stupivano come qualcuno potesse sostenere il
contrario, essendo la situazione era così chiara.
Ma
forse tanto chiara non era …. vediamo di capirci qualcosa. Il lettore amante di
rompicapi può a questo punto interrompere per un po’ la lettura e ragionarci in
proprio. Gli altri mi seguiranno in una semplice ricostruzione della
situazione.
Nella fase 1
il concorrente sceglie una porta: ogni sua scelta a questo punto è equivalente
visto che in questa prima fase il premio (automobile) ha probabilità pari a 1/3
di essere scelto.
Nella fase 2
il conduttore mostra una capra, questo può avvenire con tre modalità
equiprobabili:
a.
Se il concorrente ha scelto la capra 1
mostra la capra 2.
b.
Se il concorrente ha scelto la capra 2
mostra la capra 1.
c.
Se il concorrente ha scelto l’auto, il
conduttore può scegliere se mostrare la capra 1 o la capra 2.
Come
si vede esistono due modalità (a e b) in cui al concorrente conviene cambiare
la sua scelta e una sola modalità (c) in cui al concorrente conviene mantenere
la sua scelta immutata.
In
altre parole, la porta ‘mancante’ quella, cioè, che né il concorrente ha
selezionato nella prima fase del gioco, né il presentatore ha aperto per
mostrare la capra, ha due possibilità di vincere su tre, ed è quindi
sicuramente da preferire. Se volete
divertirvi un po’ e osservare il fenomeno con i vostri occhi potreste provare a
eseguire una simulazione del gioco scegliendo
varie strategie, (https://www.mathwarehouse.com/monty-hall-simulation-online/)
vedrete che dopo un po’ di oscillazioni la strategia di cambiare porta si
attesta al 66.67% circa delle vincite (pari appunto a 2/3).
Ora,
il problema è in effetti arguto e si risolve solo arrivando a una diversa
formulazione della situazione, passando cioè dal punto di vista delle porte a
quello del comportamento del conduttore che IN OGNI CASO ci mostrerà una capra,
introducendo così un’anomalia nell’informazione da cui noi possiamo trarre
delle conclusioni.
Ciò
che trovo molto importante come argomento di meditazione è che ancora ai nostri
giorni esistano temi in cui la ‘gente comune’ può cimentarsi ad armi pari con i
matematici, in cui, cioè, esiste spazio per la libera critica delle scienze da
parte del pubblico, all’interno stesso della struttura argomentativa e non in
termini di conseguenze sociali.
Insomma,
un bell’esempio di come i fondamenti del pensiero siano ancora lì, alla portata
di tutti, se appena ci si prenda la briga di calarli in una situazione pratica
e comprensibile (le regole del gioco). Questo è in fin dei conti il contributo
culturale della scienza di base. Sapere che esistono temi matematici di punta
ancora aperti al contributo del non esperto è una grande consolazione per l’anima.
ALESSANDRO GIULIANI
BIONOTA Alessandro Giuliani vive a Roma, è sposato e padre di due figlie. Attualmente è Dirigente di Ricerca presso l’Istituto Superiore di Sanità.
È stato visiting professor all’Università Keio di Tokio, all’Istituto Indiano di Tecnologia (IIT) a Trivandrum (Kerala), all’Università di Chicago (USA) e all’Università di Tomsk (Federazione Russa).
Lavora da circa quaranta anni alla costruzione di modelli fisico-matematici di sistemi biologici complessi con particolare riguardo allo studio della struttura delle molecole proteiche, alla previsione di ‘transizioni di fase’ nell’espressione genica e alle relazioni tra struttura chimica e attività biologica. Ha contribuito, insieme a Joseph Zbilut e Charles Webber dell’Università di Chicago allo sviluppo dell’Analisi Quantitative delle Ricorrenze (RQA), attualmente diventata un metodo standard per l’analisi non-lineare delle serie temporali.
È autore di 489 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali ‘peer-review’ e di 10 libri di divulgazione.
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