Un telegramma la telefonata (POESIA) ~ di Domenico Adriano - TeclaXXI
POESIA
Domenico Adriano
Un telegramma la telefonata
Un telegramma la telefonata
dell’amico Francesco
Tentori: Domenico
arriva a Roma Luzi ti vorrebbe
incontrare, si cena
a casa mia, non dirlo
sai che lo rincorrono
lo fermano per strada
in troppi si offendono.
Aveva letto il mio primo
libro, mi aveva scritto,
ancora ribadì
ariose aperture, le chiuse che no
non sempre hanno la stessa
altezza. Che eleganza
mio caro e dolce la tua
Vilna, il divino
cibo, la grappa odorosa
di quel pino alto della sua terra
che mai aveva preso
dallo stipo. Una nube
la lunga sera, andammo
oltre la mezzanotte
tu non finivi di aprire
il cassetto della scrivania,
la gioia perché Mario
era d’accordo con noi
per la poesia che Lisi
ti scrivo da una stanza
alta sui luoghi della nostra infanzia
aveva escluso ingiustamente
dalla Corrispondenza.
In taxi tagliavamo ora
la notte senza luna
lungo l’umida alberata
del Pincio – all’improvviso Luzi
volle scendere e camminare
verso l’albergo da solo.
Perché non seppi trattenerlo?
(2017)
DOMENICO ADRIANO
(photo by Dino Ignani)
BIONOTA
Domenico Adriano è nato a Coreno Ausonio nel 1948. I suoi titoli: La polvere e il miele, Bella e Bosco,
Bambina mattina (in inglese e francese, per la cura di Barbara Carle e Michel Sirvent; in spagnolo nella versione di Emilio Coco), Papaveri perversi, Dove Goethe seminò violette, Anna sa.
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