Un telegramma la telefonata (POESIA) ~ di Domenico Adriano - TeclaXXI

POESIA


Domenico Adriano


                        Un telegramma la telefonata



               Georges Paul Leroux, La Promenade du Pincio à Rome, 1910, Museo di Roma

Un telegramma la telefonata

dell’amico Francesco

Tentori: Domenico

arriva a Roma Luzi ti vorrebbe

incontrare, si cena

a casa mia, non dirlo

sai che lo rincorrono

lo fermano per strada

in troppi si offendono.


Aveva letto il mio primo 

libro, mi aveva scritto,

ancora ribadì

ariose aperture, le chiuse che no

non sempre hanno la stessa

altezza. Che eleganza

mio caro e dolce la tua

Vilna, il divino 

cibo, la grappa odorosa

di quel pino alto della sua terra

che mai aveva preso

dallo stipo. Una nube

la lunga sera, andammo 

oltre la mezzanotte

tu non finivi di aprire

il cassetto della scrivania, 

la gioia perché Mario 

era d’accordo con noi 

per la poesia che Lisi 

ti scrivo da una stanza

alta sui luoghi della nostra infanzia

aveva escluso ingiustamente

dalla Corrispondenza. 


In taxi tagliavamo ora  

la notte senza luna

lungo l’umida alberata 

del Pincio all’improvviso Luzi

volle scendere e camminare

verso l’albergo da solo. 

Perché non seppi trattenerlo?


                                            (2017)

DOMENICO ADRIANO


(photo by Dino Ignani) 

BIONOTA

Domenico Adriano è nato a Coreno Ausonio nel 1948. I suoi titoli: La polvere e il mieleBella e Bosco,

Bambina mattina (in inglese e francese, per la cura di Barbara Carle e Michel Sirvent; in spagnolo nella versione di Emilio Coco), Papaveri perversi, Dove Goethe seminò violette, Anna sa.


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