Furiose preghiere (narrativa) di Gabriella Urbani - TECLAXXI

NARRATIVA


Furiose preghiere

di Gabriella Urbani

 

                Madonna con Bambino agli ex Mercati Generali di Garbatella, Roma photo ©Gabriella Urbani

Tutto accade a Roma, nello spazio di tre fermate della metro B, tra Colosseo e Termini - in mezzo, Cavour. Silvia sta andando ad un incontro di preghiera. È elegante e ben vestita, la divisa d’ordinanza da signora bene con perle, cappotto di velluto nero, capelli ben pettinati, niente trucco.

Se ne sta appoggiata alla porta opposta a quella d’entrata e con il breviario aperto in mano recita l’Ora Sesta. È il primo pomeriggio di un sabato d’inverno, c’è poca gente.

A Colosseo, mentre si crogiola nel suo brodo di autocompiacimento e orazione, vede entrare correndo nel vagone due ragazzine. Silvia si risveglia, chiude il breviario fissandole.

Appena le porte chiudono, una delle due comincia ad urlare e a battere i pugni sul vetro perché il resto della comitiva è rimasto in banchina.

Hanno una divisa d’ordinanza: capelli lisci neri, unghie lunghissime – rosa, perfette, e ciglia fitte fitte volte all’insù da sbattere come in un cinguettio. Sono graziosissime e molto sveglie entrambe, per quanto sia evidente una gerarchia tra di loro. Quella rimasta in silenzio è calma, riflessiva, sa sempre cosa fare, mentre l’altra si accende per istinto e per istinto segue.

La piccola leader si accorge dell’attenzione di Silvia. Chiama il suo ragazzo per dargli appuntamento al Mercato Centrale e dice all’amica: “Amo’, scendiamo a Termini”, poi, volgendo lo sguardo su quella signora che se ne sta in piedi appoggiata alla porta, recita in falsetto: “ave-maria-piena-di-grazia-il-signore-è-con-te-tu-sei-benedetta-tra-le-donne”, e mentre recita apre le gambe e mette una mano sul pube.

Silvia sostiene lo sguardo senza sapere cosa pensare.

"ave-maria-piena-di-grazia-il-signore-è-con-te-tu-sei-benedetta-tra-le-donne…" ripete la ragazzina con lo stesso tono, i pochi passeggeri presenti non ci badano, l’amica ride piano.

Silvia pensa: "E adesso che faccio? Maria aveva 12 anni quando partorì Gesù".

Le viene in mente che, quando era ragazzina lei, provava un’eccitazione immensa immaginando di toccarsi davanti a tutti, e le piaceva provocare maliziosamente con il corpo gli sconosciuti – e le sconosciute - che incontrava per strada. Poi si ricorda della sua prima furiosa preghiera, quella per suo nipote che non sarebbe mai nato, a cui avevano diagnosticato al quinto mese di gravidanza un’anencefalia - non aveva la testa.

Silvia era andata a trovare sua cognata al Policlinico dove nessun medico, neanche tra i pochi non obiettori, voleva fare il raschiamento. Uscendo dalla sala d’aspetto – ci voleva il medico perché fosse ricoverata in reparto - aveva recitato: “Signore Iddio, questo non lo dovevi permettere, che tu sia maledetto”.

Fermata Cavour, la ragazzina non molla lo sguardo, interrompe solo la litania. Quando la metro riparte Silvia recita una nuova furiosa preghiera: “Signore Iddio, ti prego, fa’ capire a questa bambina che anche io ho una fica che vuole scopare, esattamente come lei, anche se ho sessant’anni e mi atteggio a persona perbene. Signore Iddio, ti prego, proteggila, mettile sulla testa una mano di madre e falle scoprire che ci si può divertire anche con altro. Anche con te”.

Fermata Termini, la ragazzina prima di alzarsi chiude le gambe e si riavvia i capelli. Continuando a guardare Silvia dice all’amica: “Amo’, dobbiamo scendere”.

E Silvia: “Amo’, faje capì, come fai con me”.


 GABRIELLA URBANI

BIONOTA

Gabriella Urbani, classe 1964, vive e lavora a Roma. Si occupa di comunicazione e divulgazione in un organismo del movimento cooperativo. È sposata, ha un figlio, ha già pubblicato racconti.

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