La seconda battaglia della Marna (II parte) ~ di Mauro Pierotti (storia) - TeclaXXI

 STORIA


LA SECONDA BATTAGLIA DELLA MARNA 

(27 maggio 1918 – 6 agosto 1918)

seconda parte* 

DI MAURO PIEROTTI


cimitero italiano di Bligny 

Curzio Malaparte testimone oculare in quanto volontario sottotenente degli Arditi, così descrisse quell’attacco notturno del 14 luglio 1918: «Nulla potrà mai superare in orrore quel bombardamento. Fu un massacro. Seduti sull'erba, le spalle appoggiate ai tronchi degli alberi, in un terreno senza trincee, senza camminamenti, senza ricoveri, ci facemmo ammazzare allo scoperto, fumando una sigaretta dopo l'altra».


All'alba del 15 luglio, sospeso il cannoneggiamento, la fanteria tedesca si lanciò all'attacco della montagna di Bligny anche con carri armati, ma i nostri soldati, seppure ormai ridotti alla metà, riuscirono a rallentare l’avanzata nemica, incendiando il bosco e combattendo tra le fiamme. I nostri soldati resistettero coraggiosamente.


   Mentre truppe nemiche entravano a Chaumuzy (un villaggetto sovrastato da vitigni), 
i superstiti del 51°, ridotti a 28 ufficiali e 493 uomini si riunirono a Bois de Courton per riordinarsi. Ma le perdite erano state davvero incredibili, tant'è che lo stesso cappellano del 51° reggimento fanteria, Don Angelo Cagneschi, confermando i fatti, ebbe a scrivere: «In tempo di 7 ore, di 3.000 uomini, il mio reggimento rimase con poco più di 500 soldati e 25 ufficiali e il sottoscritto ferito da scheggia di granata...».


   
La mattina del 16 luglio riprese l'attacco contro le postazioni del Bois de Courton, ma l’attacco fu inizialmente respinto, poi, nel pomeriggio il nemico, facendo uso anche di lanciafiamme, riuscì a sfondare tra i battaglioni francesi e italiani aprendosi un varco nel fronte. Fu allora che il Gen. Albricci ordinò di concentrare tutto il fuoco d'artiglieria sul tratto sfondato e poi lanciò contro il nemico il II Reparto d'Assalto che riuscì a contenere l’impeto delle truppe tedesche.

Il 17 luglio, giunti al terzo giorno della battaglia, i reparti del 52° e del 51°, quasi accerchiati, furono protagonisti di una giornata eroica fatta di combattimenti fino a sera. 


Di questa azione condotta da giovani Umbri abbiamo l’esaltante cronaca di Curzio Malaparte che presente anche lui sul posto, 20 anni più tardi scrisse sul Corriere della Sera

«a Bligny, ormai tutto il bosco era pieno di migliaia di morti e di feriti, ed eravamo rimasti senz'acqua, senza pane, senza cartucce, senza bombe a mano, senza mitragliatrici,…… il nemico tornò per la ventesima volta all'assalto con le sue tanks e i suoi lanciafiamme, e tutti quei matti (vale a dire, i nostri soldati, N.d.A.) gli si buttarono addosso, vociando e sghignazzando. S'udivano tra gli alberi, nell'immenso bosco pieno di fumo, urli di feriti e scoppi di risa, voci terribili e strane. E in realtà il nemico fu fermato a Bligny, non dal fuoco delle nostre poche mitragliatrici e dei scarsi cannoni, ma dalla meravigliosa pazzia di quei contadini dell'Umbria».

E questo venne riconosciuto anche da un dispaccio del 178° Reggimento Fanteria Tedesco: "La divisione italiana che abbiamo di fronte è decimata... la nostra mèta è Pourey, ma non possiamo raggiungerla, perché urtiamo contro una potente resistenza. Abbiamo a che fare con Italiani ai quali i Francesi hanno lasciato l'onore e la gloria di avere le massime perdite".


   Fermando l’avanzata tedesca verso la città di Épernay ed impedendo la realizzazione del piano tedesco che avrebbe dovuto provocare l’isolamento e la caduta di Reims con conseguente irreparabile rottura del fronte francese, i fanti italiani assolsero con immenso sacrificio il loro compito anche se gravissimo fu il bilancio (oltre 10.000 tra morti, feriti e dispersi), ma la Seconda Battaglia della Marna (Battaglia di Bligny) significò l'inizio della fine dell'esercito germanico. Infatti la mattina seguente, 18 luglio, il Comando Supremo francese dava il via alla controffensiva che avrebbe portato alla resa tedesca quattro mesi più tardi, l’11 novembre con Armistizio di Compiègne. 



    Occorre però precisare che al termine della guerra le Salme dei militari italiani caduti sui campi di battaglia o negli ospedali delle retrovie, vennero raccolte e sistemate definitivamente, a cura del Governo italiano, nelle seguenti località:

 Bligny - Cimitero Militare italiano (4.421 di cui 1360
                sepolti nella fossa comune)
 Soupir - Cimitero Militare italiano (588)
 Labry - Sacrario Militare Internazionale nel Cimitero comunale (123)
 Lione - Riquadro nel Cimitero comunale 
"La Guillotière" (71)
 Lione - Riquadro nel Cimitero comunale "La Doua" (66)
 Metz - Riquadro nel Cimitero Militare di Chambière (91)
 Parigi - Settore Militare nel Cimitero comunale di 
Ivry (37)
 Digione - Riquadro nel Cimitero comunale "Des Pesoces" (14)
 
Chambery - Charrière neuve (23)
 Alcuni Caduti si trovano anche nei Cimiteri comunali di CannesRouen ed Antibes e 4 nel Sacrario Militare italiano di 
Ivry St. Mandrier

Complessivamente in Francia riposano le gloriose Spoglie di 5.450 nostri Caduti della Prima Guerra Mondiale[1].

Il Cimitero Militare Italiano di Bligny


 

    Per gli italiani il fronte francese rappresentò un vero massacro: in poco più di sei mesi tra i 25.000 combattenti le perdite furono di 9.334 uomini dei quali circa 5.000 caduti e oltre 4.000 feriti. Oggi le colline che circondano Bligny, con i suoi ameni vigneti, non sembrano il luogo così tristemente famoso dell’estate 1918.
    Provenendo da Reims, dopo 16 km, poche centinaia di metri prima di giungere al minuscolo borgo di Bligny, in bella vista troviamo sul lato destro della strada il cimitero di guerra francese con una distesa di croci bianche, mentre un po’ più in là, quasi nascosto, quello tedesco, con le croci nere, secondo l’accordo fatto alla fine del conflitto: croci bianche ai vincitori e croci nere agli sconfitti.
    
Superate le poche case di Bligny (circa 100 abitanti) si sale una collina sulla cui sommità troviamo il Cimitero Militare Italiano di Bligny che impressiona per la sua grandezza e stupisce per la gran cura con cui è custodito.
    A differenza degli altri cimiteri della zona è circondato da un muro di cinta e da un cancello d’ingresso in ferro battuto. Al suo ingresso sventola la bandiera italiana, quella francese e  quella d’Europa, all’interno un grande viale di cipressi e un piccolo tempio posto al centro di otto sterminati campi di croci.

Lettera di encomio del maresciallo Pétain (all'epoca considerato ancora un eroe) al generale Albricci:

 

«Mon Général, Au moment où vous allez retourner en Italie, je tiens à vous exprimer la satisfaction que j’ai éprouvé à avoir sous mes ordres le II C.A. Italien.
Quand, en avril 1918, le II C.A. arriva en France, sa réputation de vaillance était déjà consacrée par tes noms glorieux de Plava, Monte Cucco, Vodice, Monte Santo, Bainsizza, Montello. Je savais que pouvais beaucoup demander à de pareilles troupes.
Elles furent en effet de celles qui, le 15 juillet, contribuèrent à repousser les assaut furieux de l’ennemi.
Elles furent ensuite appelées à reprendre les crêtes fameuses du Chemin des Dames et participèrent ardemment avec les troupes française à la poursuite qui chassa l’ennemi hors de France.
Au nom de l’Armée Française je tes remercie. Je salue vos glorieux drapeaux. Je salue aussi vos héros tombés au champ d’honneur.
La France honorera d’un mène culte tous ceux qui sont tombés sur son sol pour la plus noble des causes. L’Italie peut être fière du Général Albricci et des troupes qui, sous ses ordres, ont combattu victorieusement sur le sol de la France.
Signé: PETAIN»

   « Generale, nel momento in cui Lei torna in Italia, voglio esprimere la soddisfazione che ho sentito nell'avere il II Corpo d'Armata Italiano sotto i miei ordini.
   Quando, nell' aprile 1918, il II C.A. Italiano è arrivato in Francia, la sua reputazione di valore era già consacrata per i nomi gloriosi di Plava, Monte Cucco, Vodice, Monte Santo, Bainsizza, Montello. Sapevo che potevo chiedere molto a tali truppe.
   Infatti sono state quelle che hanno aiutato, il 15 luglio, a respingere gli attacchi furiosi del nemico.
   Poi esse furono chiamate a riprendere le famose cime del «Chemin des Dames» e hanno partecipato con ardore insieme alle truppe francesi a scacciare il nemico fuori della Francia.
   In nome dell’Armata Francese Vi ringrazio. Saluto le vostre gloriose bandiere. Saluto anche i vostri eroi caduti sul campo dell’onore.
   La Francia onorerà con lo stesso culto tutti coloro che sono caduti sul suo territorio per la più nobile delle cause. L’Italia può essere fiera del 
Generale Albricci e delle truppe che sotto il suo comando hanno combattuto vittoriosamente sul territorio della Francia
.
Firmato: Pétain.
» 

FINE

* la prima parte è stata pubblicata il 13 settembre 2024





[1] In questa Battaglia di Bligny presero parte tanti Eugubini ed Umbri e molti di essi vi persero la vita. Essi fanno parte dei 722 caduti di Gubbio nella prima Guerra Mondiale.


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MAURO PIEROTTI 

 BIONOTA

Nato a Gubbio, ove risiede, è medico anestesista e presidente dell'Associazione Eugubini nel mondo. Si occupa di conflitti mondiali, di storie di guerra e di tutto quanto riguardi le vicende storiche degli Eugubini - anche e soprattutto - sparsi per il mondo.

 

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