LA SECONDA BATTAGLIA DELLA MARNA (I parte) ~ di Mauro Pierotti (STORIA)

 

STORIA


LA SECONDA BATTAGLIA DELLA MARNA 

(27 maggio 1918 – 6 agosto 1918)

prima parte 

DI MAURO PIEROTTI


colline coltivate a vitigni méthode champenoise attorno a Reims 


 


A scuola tutti hanno studiato la battaglia della Marna combattuta nel 1914, durante la I Guerra Mondiale. Non tutti sanno, però, che vi fu una seconda battaglia della Marna - a conclusione della stessa - e (soprattutto) che, in quel secondo scontro, videro la morte oltre 4000 soldati italiani, tra i quali molti umbri e 14  eugubini.



Essi sono sepolti nel Cimitero di guerra di Bligny, un piccolo borgo della regione Champagne (amministrativamente parlando, Champagne-Ardenne), situato nella zona a est di Parigi (150 km ca.) e compreso nel triangolo di Reims, Épernay e Chalons-sur-Marne, il cui paesaggio collinare è addolcito da distese di vigneti di qualità.

Reims[1], in particolare, è la città in cui si incoronavano i re di Francia nella cattedrale gotica di Notre-Dame. Oggi è nota ai più per via dello champagne, il vino spumeggiante che vi si produce dalla fine del secolo XVII. Fu infatti un monaco dell’abbazia di Hautvillers, Dom Pierre Pérignon, a inventare la méthode champenoise che lo rende unico in tutto il mondo. Etimologicamente parlando, campagne e champagne hanno la stessa radice; è dunque normale che (oltre al significato 'agricolo') campagne in francese –  come nell’italiano ‘campagna’ – indicasse dapprima il luogo aperto in cui avvenivano le battaglie, per designare infine  una serie di operazioni militari sul terreno (p. es. la campagna d’Italia).

L’evoluzione di tale definizione si applica perfettamente a questa regione, situata tra Parigi e la Lorena, tra il Belgio e la Borgogna, teatro di feroci battaglie e scontri estremamente cruenti, dall’antichità ai giorni nostri, o meglio, fino al 1918, quando l’azione bellica contrappose truppe italiane composte da soldati umbri (in particolare, eugubini) al nemico teutonico.

L’iniziativa venne sferrata dalla Germania, la quale decise di approfittare del ritiro dal conflitto da parte di una Russia sconvolta dalla Rivoluzione d’ottobre del 1917. Sicché i tedeschi in temporanea superiorità numerica sferrarono un attacco massiccio e decisivo contro la Francia.  L'offensiva fu preparata concentrando sul fronte francese tutti i mezzi disponibili. La prevedibilità di tale mossa permise un certo preventivo rafforzamento da parte della Francia, rafforzamento a cui anche l’Italia partecipò.

Il governo italiano inviò 60.000 “soldati operai” da destinare soprattutto a lavori di manovalanza: le cosiddette truppe ausiliarie italiane in Francia (T.A.I.F), che poi in molte situazioni imbracciarono anche le armi. Inoltre, l’Italia inviò anche truppe militari vere e proprie, per ricambiare l'aiuto ricevuto dagli Alleati nel novembre del 1917, dopo Caporetto.

Non tutti sanno che gli esiti del primo conflitto mondiale avrebbero potuto essere differenti, se non fosse stato per l’eroico apporto dato dall’intervento italiano nella Battaglia di Bligny (detta anche Seconda Battaglia della Marna), che assurse come punto di volta dello scontro. L’arresto, a opera dei soldati italiani, dell’offensiva tedesca fu determinante nel fermare le truppe tedesche dirette verso Parigi. Al termine di questa battaglia, infatti, se l’esito fosse stato favorevole ai tedeschi, la Grande Guerra si sarebbe certamente conclusa con una pace a loro favore: non a caso l’offensiva tedesca aveva per nome Friedensturm, ovvero «l’assalto della pace»; pace per modo di dire. Ma andiamo nello specifico.

 

soldati italiani del generale Albricci in arrivo in Francia 
fonte: https://www.cheminsdememoire.gouv.fr/fr/les-italiens-en-france-1914-1918 


Le truppe italiane in Francia

 

 

 

   Nel marzo 1918 fu deciso l'invio, sul fronte francese, del II Corpo d'Armata italiano, al comando del generale Alberico Albricci. Lo componevano la 3a e la 8a Divisione di Fanteria, due squadroni dei Cavalleggeri di Lodi, il II Corpo degli Arditi, il 4° e 10° Reggimento Artiglieria di campagna, il 40° e 25° Battaglione Zappatori del Genio, la 108° e 148° Compagnia del Genio telegrafisti.

   La 3a Divisione era composta dalla Brigata «Napoli» (75° e 76° reggimento Fanteria), dalla Brigata «Salerno» (89° e 90° reggimento Fanteria) e dal 10° Artiglieria. La 8a Divisione era formata, oltre dal 4° Artiglieria, dalla Brigata «Brescia» (19° e 20° reggimento Fanteria) e dalla Brigata «Alpi» (51° e 52° reggimento Fanteria)[2]

  

Nella Brigata «Alpi», erano stati arruolati moltissimi giovani umbri e quindi anche tanti Eugubini poiché il 51° reggimento Fanteria era di stanza a Perugia e il 52° a Spoleto. In questa Brigata, in ragione della sua tradizione garibaldina, all’inizio della guerra vi si erano prontamente arruolati anche cinque nipoti di Giuseppe Garibaldi, i figli di Ricciotti: (Peppino, Ricciotti jr, Menotti jr, Sante ed Ezio) e tanti altri giovani volontari, tra cui il diciassettenne Kurt Erich Sukert, divenuto poi famoso con lo pseudonimo di Curzio Malaparte, nato a Prato nel 1898 da padre di origine tedesca e madre italiana.


    Nel 19º Reggimento di fanteria della Brigata «Brescia» era presente, anch’egli volontario, il poeta 
Giuseppe Ungaretti

 che proprio qui scrisse la famosa poesia Soldati: «Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie». Complessivamente il contingente militare italiano era di oltre 40.000 uomini in quanto oltre alle 4 Brigate vi erano gli altri corpi sopra descritti. La truppa completò il suo arrivo nel suolo francese il 27 aprile 1918. 

    Per quanto riguarda la presenza della Brigata Alpi, occorre precisare che essa faceva parte del IV Corpo d'Armata (non destinata alla Francia), ma entrò a far parte del II Corpo di Armata, destinato al fronte occidentale francese, al posto della Brigata Udine, su richiesta del Presidente del Consiglio italiano, on. Vittorio Emanuele Orlando.

   Le ragioni di tale sostituzione furono basate sul prestigio della Alpi in quanto erede ideale e storica di quei Cacciatori delle Alpi del generale Giuseppe Garibaldi. I soldati della Alpi, comandati dal Colonnello Brigadiere Peppino Garibaldi era presente su quel fronte francese già nel periodo settembre 1914 - marzo 1915 ed era stato al comando della Legione Garibaldina, formata da oltre 2.000 volontari che ebbero il «privilegio» di indossare la camicia rossa sotto l'uniforme francese. Tra i volontari erano presenti anche i sei fratelli del comandante Peppino Garibaldi: tra questi, Bruno e Costante furono tra i primi caduti di quella iniziale partecipazione in terra di Francia. 

    Esattamente un mese dopo, il 27 maggio 1918, con un attacco  imprevisto, l'esercito tedesco ruppe il fronte francese nei pressi di Reims. 

   Era la seconda volta che le truppe tedesche raggiungevano il fiume Marna nel corso di questa guerra: la volta precedente era avvenuta pochi mesi prima, durante la Prima Battaglia della Marna, all'inizio della Guerra (5-12 settembre 1914).

   Sicché anche nel maggio del 1918, l’esercito tedesco era giunto a meno di 100 Km da Parigi.

   Il II Corpo d'Armata italiano venne destinato a presidiare la profonda insaccatura che si era formata con il cuneo tedesco e, all'altezza di Bligny, aveva ricevuto l'ordine di sbarrare la valle del fiume Ardre e quindi la strada di accesso alla città di Épernay, mantenendo così possibili le comunicazioni tra Reims e Parigi.

 

  

Il 19 giugno venne ultimato lo schieramento nella piccola valle del Fiume Ardre. La vallata era delimitata da due costoni boscosi: da una parte il Bois de Vrigny, dall’altra il Bois des Éclisses (detta anche «Montagna di Bligny», è in realtà una collinetta alta meno di 200 metri) e il Bois de Courton. Questa stretta vallata era percorsa oltre dal fiume Ardre anche dalla strada diretta a Chaumuzy e a Épernay.  I

   Il tratto compreso tra il fiume e la montagna di Bligny fu affidato all'8a Divisione (Brigate «Brescia» e   «Alpi»), quello opposto, alla 3a Divisione (Brigate «Napoli» e «Salerno»). Il bosco des Éclisses era considerato un caposaldo che doveva essere difeso fino all'ultimo uomo.

    Nei giorni successivi (23-24 giugno), le truppe nemiche tentarono di impadronirsi della  Montagna, senza riuscirvi.


    L’attacco micidiale era ahimè solo rinviato. Nella notte tra il 14 e 15 luglio iniziò la vera e propria Seconda Battaglia della Marna o «Battaglia di Bligny» e che alcuni storici definiscono anche come Terza Battaglia della Marna, durante la quale l’artiglieria tedesca farà grande uso di gas e veleni contro la Brigata Alpi. (continua)

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MAURO PIEROTTI 

 BIONOTA

Nato a Gubbio, ove risiede, è medico anestesista e presidente dell'Associazione Eugubini nel mondo. Si occupa di conflitti mondiali, di storie di guerra e di tutto quanto riguardi le vicende storiche degli Eugubini - anche e soprattutto - sparsi per il mondo.

 



[1] Si pronuncia /ʁɛ̃s/ (per semplificare: Rèns).



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