Circonferenze, cerchi, bellezza e probabilità ovvero: il Pi Greco (matematica) ~ di Giulio Cirulli - TECLAXXI
MATEMATICA
Giulio Cirulli
Circonferenze, cerchi, bellezza e probabilità ovvero: il Pi Greco.
©Jacqueline Spaccini 2025
Sono sicuro che, se vi chiedessi di dirmi una formula geometrica, dopo avermi detto quella per l’area del quadrato e quella del suo perimetro, qualcuno se ne uscirebbe con «Raggio per Raggio per 3,14».
Ma ora parliamo delle sue proprietà:
- infine la sua proprietà più interessante, nonché più famosa, è quella di mettere in relazione il raggio di un cerchio con la sua circonferenza e la sua area.
Questo era un problema nato in seno ai matematici greci e che fu risolto solo nell’ ‘800.
Ebbene, essendo il numero pi greco un numero trascendente, risulta impossibile ottenerlo mediante riga e compasso, partendo da un numero naturale o razionale. Questo succede perché non può essere ottenuto da un polinomio, e perché l’insieme dei razionali (che comprende anche i naturali) è chiuso rispetto alle quattro operazioni. Ciò significa che qualsiasi operazione effettuerò, otterrò sempre un numero razionale.
Non è un caso quindi che, per indicare che qualcosa sia un risultato altamente improbabile, se non proprio impossibile, si suole usare la locuzione «la quadratura del cerchio».
In ogni caso il pi greco esce fuori di continuo in matematico, ad esempio la proprietà che due numeri a caso siano primi fra di loro è pari a 6/pi2 (pari a circa il 60,4%) o ancora nell’identità di Eulero:
Ossia: questa appare come l’equazione più bella ed elegante in matematica, perché mette in relazione il numero di Nepero (e), l’unità immaginaria (i), il pi greco, l’unità e lo zero, ossia molti degli elementi e delle costanti più importanti della matematica.
Insomma, si tratta di un numero non banale. Persino Dante lo cita nel Paradiso, sia pure in modo indiretto, allorché parlando della quadratura del cerchio scrive:
«Qual è ‘l geomètra che tutto s’affige
per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond’elli indige, […]»
(canto XXXIII, vv. 133-135)
GIULIO CIRULLI
BIONOTA
Romano di Roma, appassionato di scienze, matematica, storia romana, medievale e storia delle religioni. Non prende nulla seriamente se non le cose serie: Carbonara, Scienze e Numeri.
Diplomato all’istituto agrario e laureato in fisioterapia, insomma, braccia riabilitate per l’agricoltura.
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