DAVID BOWIE A BERLINO (alla scoperta di Berlino) ~ DI CARLA MAZZARELLI - TECLAXXI


REPORTAGE

ALLA SCOPERTA DI BERLINO

 

David Bowie a Berlino

                                        di Carla Mazzarelli




Omaggio a David Bowie   

Had to get the train 

From Potsdamer Platz 

You never knew that 

That I could do that 

Just walking the dead 

Sitting in the Dschungel 

On Nürnberger Straße 

A man lost in time near KaDeWe 

Just walking the dead 

Where are we now? Where are we now? 

The moment you know, you know, you know 

Twenty thousand people 

Cross Bose Brücke 

Fingers are crossed 

Just in case 

Walking the dead 

Where are we now? Where are we now? 

The moment you know, you know, you know 

As long as there’s sun 

As long as there’s sun 

As long as there’s rain 

As long as there’s rain 

As long as there’s fire

As long as There’s fire 

As long as there’s me 

As long as there’s you… 

 

Il singolo We are we now fu pubblicato da David Bowie su iTunes l’8 gennaio del 2013, nel giorno del suo sessantesimo compleanno ed è il primo singolo dell’album The next day, uscito dopo dieci lunghi anni di silenzio. 

Il brano è un atto d’amore per Berlino che lo accolse nel 1976 in fuga da Los Angeles e lo salvò letteralmente dalla pazzia e dalle droghe. Ḕ la città se ne prese cura e lo ricongiunse alla grande musica, grazie anche alla collaborazione con artisti come Brian Eno e Tony Visconti. Nel video che accompagna questa lenta e nostalgica ballata, Bowie indugia con le immagini sui luoghi di Berlino che gli erano stati cari, la discoteca, il ponte che poi divenne simbolo del ricongiungimento dell’Est e dell’Ovest, i grandi magazzini KaDeWe e, soprattutto, il palazzo che l’ospitò nel suo soggiorno berlinese durato circa tre anni. Un edificio, come molti altri, dei primi del Novecento nella parte Ovest, al 155 dell’Hauptstrasse, a Schönberg. 

Il video indugia come un amarcord sui particolari dell’atrio e del corpo scale. Chissà quante volte avrà fatto le scale, magari insieme al suo amico Iggy Pop, per andare a fare colazione lì accanto all’ Anderes Ufer (poi Neues Ufer). Un locale oggi dedicato a Bowie, tappezzato di foto dell’artista e meta di tanti bowieniani che ogni giorno ci vanno in pellegrinaggio.  

Davanti al 155, la mattina del 22 agosto del 2016, pochi mesi dopo la morte dell’artista, è stata esposta una targa che lo ricorda. Il giorno della cerimonia, oltre a me, c’erano il sindaco e una miriade di persone, tra le quali il direttore degli Hansa Studios, alcuni musicisti e il fotografo Gavin Evans, quello che, tra le altre, ha scattato la foto iconica in cui Bowie ci invita, con l’indice sollevato davanti la bocca, a fare silenzio.  

Negli studi di registrazione Hansa, in Kotenerstrasse 38, proprio dove il muro lambisce la Potsdamerplatz, Bowie, insieme a Brian Eno, Robert Fripp e al produttore Tony Visconti, incise interamente il secondo album della trilogia berlinese, Heroes, preceduto da Low e a cui seguirà Lodge. 

Si racconta che il brano Heroes (we can be heroes just for one day) sia stato composto quasi di getto da Bowie quando, dalla finestra degli studi, vide casualmente Visconti e una donna baciarsi appoggiati al muro. Tratto sempre dall’album Heroes, è il brano strumentale Neukolln, che prende il titolo dal quartiere berlinese di immigrati turchi e mediorientali (oggi molto di moda), e che si conclude con un assolo di sassofono di Bowie che enfatizza la malinconia degli immigrati. 

L’amore e la riconoscenza di David Bowie per Berlino si espressero anche nel 1985, quando tenne un memorabile concerto davanti la porta di Brandeburgo, ad ovest del muro, e fece predisporre numerosi altoparlanti anche sul lato est, affinché tutti gli abitanti di Berlino potessero ascoltare, soprattutto il brano Heroes, un inno alla libertà e all’azione. Ho letto che il Governo Merkel, anni dopo, ha riconosciuto l’innegabile contributo di Bowie e della sua musica alla caduta del muro. 

Nel 2014 ho avuto il piacere e una vera e propria folgorazione quando, presso il Martin- Gropius- Bau (Niederkirchnerstrasse n.7), ho visto la mostra “David Bowie”. Sono rimasta ore lì a guardare e ascoltare e ci sono tornata altre due volte. Una mostra magnifica che ha fatto il giro del mondo ed è poi “rientrata a casa” a Londra. A proposito, al Victoria and Albert Museum sarà presto aperto uno spazio permanente dedicato all’artista. 

Un’ultima cosa, ma non di minore importanza! Non tutti sanno che David Bowie oltre ad essere un pregevole collezionista d’arte è stato anche un pittore. Ci ha lasciato numerosi dipinti, alcuni autoritratti, schizzi e disegni, molti dei quali eseguiti a Berlino o ad essa dedicati. Quando voleva rilassarsi andava spesso al Bruke-Museum che accoglie un’importante raccolta di espressionisti tedeschi, soprattutto di quelli legati al gruppo Die Bruke. Ḕ un museo piccolo rispetto ai più famosi e si trova a Dahlem, un quartiere residenziale dove sorgono il meraviglioso Botanischen Garten e la Freie Universitat. È qui che ha insegnato filosofia Pascal Mercier (pseudonimo di Peter Bieri), l’autore del magnifico romanzo Treno di notte per Lisbona e da cui è tratto l’omonimo film con Jeremy Irons. 



Mi fermo qui, perché i collegamenti mi portano oltre e troppo lontano, ma quello che mi preme sottolineare è che ogni volta che sono a Berlino, nonostante  i 1500 chilometri che mi separano da Roma e dalle persone familiari, non mi sento mai sola ma sempre in buona compagnia…chissà forse è lo stesso sentimento che deve aver provato il mio amato David. 


CARLA MAZZARELLI


BIONOTA

Sono nata a Roma nel 1957.

 Dopo essermi laureata in Lettere presso l'università La Sapienza, sono entrata in ruolo ed ho insegnato prevalentemente nei licei artistici. Venuta in contatto col mondo dell'arte, soprattutto romano, ho aperto negli anni ’90 una galleria d'arte nel quartiere di Trastevere dove ho esposto numerose mostre di pittori e scultori, emergenti e non. Una bella e molto impegnativa esperienza durata circa dieci anni.

Successivamente ho conseguito tre Master presso l'università Tor Vergata, importanti sia per la mia formazione personale che per la mia professione di docente.

Nel 2007 ho scoperto Berlino, diventata la mia seconda patria e dove trascorro alcuni mesi dell'anno.

Mi diverto con il teatro amatoriale “calcando le scene" da circa dieci anni.

A gennaio del 2024 ho autopubblicato su Amazon il mio primo romanzo intitolato Una via tranquilla e ora mi dedico alla stesura del secondo.

 



 


 

 

 


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