I classici a modo mio - III PARTE (TEATRO) ~ di Dino Finetti - TECLAXXI

TEATRO       

 

Dino Finetti

 

I classici a modo mio

Parte Terza



Anton Kaulbach Faust und Mephisto s.d. (domaine public)



Avevo ormai raggiunto la piena maturità artistica e potevo diventare protagonista di uno dei massimi capolavori della letteratura di tutti i tempi.

 

Un uomo ormai anziano, bramoso di conoscenza e di piaceri, cede l’anima al demonio in cambio di una temporanea giovinezza.

 

 

Faust

 

Seguendo un cane nero, per un’atra foresta, un signore di mezza età giunge al cospetto del diavolo.

– È lei il Sig. Mefistofele?

No sono Lucifero. Il mio collega è fuori in missione, ma dica pure a me, sono il capo.

– Ecco, avrei un affare da proporle. Si tratta della mia anima.

– Qui tutti vengono per vendere l’anima, da quando hanno messo in giro la voce che Dio è morto, i miscredenti pullulano ed è tutto un fiorire di sette sataniche. Pensano di concludere dei gran affari, ma non sanno che la loro anima è già nostra e gratis perché si sono dannati con le loro mani.

Comunque, per la sua richiesta c’è molto da aspettare; ho pochi collaboratori e una lunga lista di persone prima di lei. Ritorni fra qualche anno.

– Io però ho una certa urgenza e delle credenziali importanti.

– E quali sarebbero queste credenziali?

– Mi chiamo Fausto Ghetti. Sono un discendente del grande poeta tedesco Johann Wolfgang Goethe che più di due secoli fa, quando discese in Italia, mise incinta una mia antenata…

– Per Satanasso, non mi parli di Goethe!… L’autore del Faust, proprio quello che ha fatto fare una figura di m…, cioè una figura barbina a tutto il mio staff!

– Ma come? …Vi ha fatto un grandissimo favore, invece. Tutti ora conoscono Mefistofele e sanno che l’anima è un bene commerciabile.

– Si ma Mefisto e tutti noi ci abbiamo perso la faccia. Dopo un regolare contratto, siglato con il sangue, dopo che i servizi, tutti di eccellente qualità, erano stati erogati come pattuito, alla fine, sia quella sgualdrinella infanticida, Margherita, sia il beneficiario, il Dottor Faust, salvano l’anima, per un colossale imbroglio e salgono al Cielo con tanto di coro mistico. Oltre al danno anche la beffa!

Anche perché quel nostro eterno rivale, Dio e la sua cricca, fa il gioco sporco, non c’è un giudice superiore che faccia rispettare le regole e basta che un umano si penta per mandare all’aria tanto onesto lavoro e tanto impegno. Quel suo avo, Goethe, ci ha fatto proprio un bel servizio!

– Be’ io prometto di non rimangiarmi la parola e, a cose fatte, parlerò bene di voi e della vostra professionalità in un libro, “La dannazione di Fausto” che ho intenzione di scrivere: vi farò una bella pubblicità.

– Eh, queste sono cose che si dicono, ma poi, quando si tratta di pagare…

– Su, mi venga incontro, sia gentile…

– Non posso.

– E perché no?

– Perché sono un demonio.

– Ah già, diavolo, è vero!… Guardi, facciamo così: aggiungiamo una clausola al contratto che escluda ogni forma di pentimento.

– Se è così, ci possiamo mettere d’accordo… Ma l’anima la venderebbe in cambio di che? Per avere gioventù, ricchezza, potere e tante donne come vogliono tutti?

– No, a me basterebbe riavere i miei vent’anni e recuperare la salute, soprattutto la vista: ho dei seri problemi agli occhi.

– Ma per quello ci sono i santi, Cristo, la Madonna, insomma la concorrenza. Glielo dico contro i miei interessi: non avrebbe bisogno di dannarsi l’anima. Ecco, guardi, può chiedere a S. Lucia di farle una grazia.

– Non otterrei nulla: non credo nei miracoli e nemmeno in Dio.

– Allora se non crede in Dio non crede neanche al demonio. Il contratto non avrebbe efficacia.

– Si invece perché io rispetto le tradizioni.

– Quali tradizioni?

– Quelle di famiglia, del mio avo Goethe e di Faust.

– Ancora con questa storia che mi dà ai nervi! … Aspetti che consulto l’archivio… (controlla su un voluminoso registro) … Ecco, … «Fausto Ghetti » … Lei però aveva già sottoscritto un contratto con noi, più di 40 anni fa, per motivi di lavoro: chiedeva un misero impiego.

– Esatto. Vede che sono un buon cliente? E non la deluderò neanche questa volta.

– Si ma noi il servizio l’abbiamo già fornito e il contratto è tuttora in corso: aspettavamo la sua dipartita da questa terra per incassare l’anima.

– Io però non ho avuto alcun beneficio da quel patto. I miei 40 anni di lavoro sono stati un inferno, altro che godimento!

– Eh no! Se permette, io so meglio di lei che cos’è l’inferno. Semmai è stato un purgatorio: in questo modo la sua anima si è purificata e adesso è pronta per il Paradiso… Accidenti!… Una vera fregatura! Non c’è convenienza a lavorare onestamente! Bisogna che lei cada di nuovo nel peccato mortale. Avrei qualche bella escort da proporle per il bunga bunga…

– No grazie, non sono il Berlusca. Mi basta ritornare ventenne e le ragazze me le trovo da me. Adesso percepisco la pensione e potrò vivere di rendita e pieno di energia, con il suo aiuto, per almeno mezzo secolo, alla faccia dell’INPS e dello Stato per cui mi sono dannato l’anima in tutti questi anni. Piuttosto, mi garantisce che la vista e tutto il resto torneranno a essere quelli di un giovanotto?

– Certo… Mi occorre solo qualche goccia del suo sangue per la firma…         

                                                                                                      [Ottobre  2023]

DINO FINETTI



BIONOTA Nato e residente a Ferrara, si è laureato in musicologia al DAMS di Bologna. Il suo primo libro Mail di cuore, mail d’amore (2008) si è classificato 2° alla IX Edizione del “Premio Niccolini” di Ferrara (2010). Con il suo nome o con pseudonimi (quali Feroce Saladino o Anonimo ferrarese) ha prodotto altri libri ed e-book con la propria, minimale casa editrice (“Flying Dutchman”), fra cui: La città del disamore: piccola storia dell’amore a Ferrara (un dialogo fra un giovane e un misterioso conoscitore dei segreti della propria città) 1a ediz. 2008. Una versione ridotta di questo testo è il copione teatrale Angelica, amore mio! reperibile in rete), La soave ambrosia e la broda dei porci (2009, divenuto l’e-book Mai dire mail), Sei personaggi in cerca d’amore (2011), Pagine in vista (2011, antologia da cui è tratto I classici a modo mio) e altri. 




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