Donne nello spazio (parte I) (ASTRONAUTICA) ~ di Liliana Ravagnolo - TECLAXXI
Liliana Ravagnolo
Donne nello spazio
Parte Prima
Secondo voi quante sono state
finora le donne nello spazio? Al momento hanno volato 638 tra astronauti e
cosmonauti dal 1961 (Gagarin) a ottobre 2024 (ultimo dato ufficiale disponibile).
Ebbene, solo 75 sono donne. Se a queste aggiungiamo le “turiste spaziali” che
hanno effettuato dei voli suborbitali con Virgin Galactic e Blue Origin
arriviamo ad un centinaio. Parliamo comunque di una percentuale che va dall’11
al 15%, che non è certamente elevata. In questi tre articoli che si susseguono
cercheremo di analizzarne le cause, esaminando alcuni profili di cosmonaute e
astronaute che hanno contribuito alla storia delle conquiste spaziali.
L’idea
di addestrare donne cosmonauta era stata lanciata sin dal 1961, poco dopo lo
storico volo di Jurij Gagarin. Inizialmente il progetto era stato
Figura 1 - Valentina Tereskova
Durante il volo l’assenza di
peso la fece star male e cominciò a soffrire il “mal di spazio” con vertigini,
nausee e vomito. Il secondo giorno iniziò a farle male la gamba destra, al
terzo il dolore diventò insopportabile. Le conseguenze del mal di spazio
l’avevano ridotta in uno stato miserevole, senza nessuna possibilità di
ripulirsi. Nell’impatto Valentina batté la faccia contro il casco provocandosi
un gran livido sul naso. Era dolorante, sporca, semisvenuta e venne portata
subito in ospedale. Per l’onore dell’Unione Sovietica il rientro della prima
donna dallo spazio doveva essere trionfale: appena si riprese, fu riportata
nella stessa zona con una tuta immacolata e pronta a esibire il suo miglior
sorriso per le cineprese. Cinque mesi dopo il Segretario generale Kruscev poté
annunciare al mondo un altro colpo a sorpresa: una “famiglia spaziale”.
Valentina Tereškova e Andriyan Nikolaëv, terzo uomo nello spazio, diventarono
marito e moglie. Il matrimonio venne celebrato a Mosca ed ebbe un notevole
effetto propagandistico. Si dirà poi che il matrimonio sia stato un’altra
trovata di Kruscev. Nonostante la nascita di una figlia non fu però un
matrimonio felice e venne sciolto nel 1982.
Passarono quasi vent’anni
prima che, nel 1982, Svetlana
Evgen'evna Savickaja venisse prescelta per volare nello spazio. Il motivo è
semplice: lo spazio in Russia era appannaggio dei militari che non vedevano di
buon occhio l’inserimento delle donne. Dopo aver battuto gli americani con il
primato di Valentina, l’interesse era notevolmente scemato. Durante la sua
prima missione (1), Svetlana divenne la
seconda donna in assoluto a volare nello spazio e fece parte del primo
equipaggio misto sulla stazione sovietica Salyut.
Svetlana
divenne indimenticabile grazie alla sua seconda missione nello spazio (2), durante la quale, il 25 luglio 1984,
effettuò la prima passeggiata extraveicolare di una donna nello spazio, che
durò per poco più di tre ore e mezzo.
Parallelamente
cosa succedeva negli USA?
Già nel 1960 ben
tredici donne avevano superato gli stessi test dei colleghi uomini
della missione Mercury 7. Ma le americane del gruppo Mercury 13 non avrebbero mai volato nello spazio: sconfitti per la terza volta dai
Russi nella corsa per lo spazio (il primo uomo, la prima donna e la prima
passeggiata extraveicolare), gli USA interruppero i test e chiusero
il programma "Mercury 13", per dirottare tutte le energie su
un'altra sfida: la conquista della Luna. A differenza dei loro colleghi
maschi, piloti militari che potevano contare sull'appoggio dell'esercito,
le astronaute statunitensi erano normali cittadine, e dovevano chiedere
permessi ai loro datori di lavoro, senza però poterne spiegare il motivo
data la segretezza del progetto. Tra
l’altro questo progetto non era parte del programma astronauti della NASA ma
era finanziato con fondi privati. L’unica di loro che riuscì a volare nello
spazio fu Wally Funk che partecipò ad un volo suborbitale con Blue Origin nel
2021.
Figura 2 - Sally Ride
Judith
Resnik fu la seconda donna astronauta americana. Selezionata
come candidata astronauta dalla NASA nel gennaio del 1978, volò per la prima
volta nel 1984 (5). Nel 1986 era a bordo del Challenger (6)
che si disintegrò 73 secondi dopo il lancio. Insieme a lei perì anche Christa
McAuliffe, che avrebbe dovuto essere la prima insegnante a trasmettere
lezioni per gli studenti dallo spazio. Dopo il disastro il programma venne
bloccato per 20 anni e ripreso nel 2007.
La
tragedia dello Space Shuttle Challenger avvenne la mattina del 28 gennaio 1986,
quando lo Space Shuttle Challenger fu distrutto dopo 73 secondi di volo a causa
di un guasto a una guarnizione, detta O-ring, nel segmento inferiore del razzo
a propellente solido destro. Il lancio fu trasmesso in diretta TV, per cui
l’impatto mediatico del disastro fu enorme.
Barbara
Morgan era stata selezionata dalla NASA il 19 luglio 1985
per il progetto insegnante nello spazio, doveva essere il back-up di Christa
McAuliffe. Tra il settembre del 1985 ed il gennaio del 1986 Morgan seguì
l'addestramento al Johnson Space Center di Houston insieme con Christa
McAuliffe e l'equipaggio della missione Challenger. Dopo il disastro del
Challenger Morgan tornò nell'Idaho a insegnare, ma la passione per lo spazio
non l’abbandonò mai. Nel gennaio del 1998 venne selezionata dalla NASA come
prima insegnante astronauta. Partecipò ad una missione Shuttle (7) nell'estate
del 2007, durante la quale tenne delle lezioni dallo spazio, così come avrebbe
dovuto fare Christa McAuliffe più di vent’anni prima.
Mae
Jemison divenne la prima donna di colore nello spazio quando volò
a bordo dello Shuttle Endevour nel settembre del 1992, dove ricopriva il ruolo
di Mission Specialist (8). Era stata selezionata nel 1987 e prima di
volare aveva lavorato al Kennedy Space Center nel supporto a terra dello
Shuttle. Si trattava di una missione in collaborazione con la giapponese JAXA
che includeva 44 esperimenti giapponesi e diversi esperimenti americani. Dopo
questa missione Mae non volò più e si ritirò a vita privata. Comparve anche
diverse volte come attrice nella serie «Star Track».
Intanto
in Russia dobbiamo aspettare fino al 1994) per vedere di nuovo una cosmonauta
nello spazio. Si tratta di Yelena Kondakova, che fu la terza cosmonauta a viaggiare nello spazio e la prima ad effettuare
una missione di lunga durata. Il suo primo volo fu il 4 ottobre del 1994 (9).
Rientrò a terra il 22 marzo 1995 dopo 5 mesi trascorsi sulla MIR. Durante il
suo secondo volo fu Mission Specialist sullo Shuttle Atlantis nel maggio del
1997 (10). Era il periodo in cui cosmonauti russi volavano a bordo
dello Shuttle e astronauti americani a bordo della Soyuz per incentivare lo
scambio di competenze e aumentare la coesione dell’equipaggio. Trascorse ben
169 giorni nello spazio.
2 Sojuz T-12
3 Programma
Space Shuttle, missione Challenger STS-7
4 Programma Space Shuttle missione STS - 41
5 Programma
Space Shuttle, missione STS-41-D
6 Programma Space Shuttle missione STS-51-L
7
Programma Space Shuttle missione STS-118
8 Programma Space Shuttle missione STS-47
9 Soyuz TM-20
10 Programma Space Shuttle missione STS-84
LILIANA RAVAGNOLO
Dal 1998 ha intrapreso la carriera di istruttore tecnico per gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale
Ha poi ricoperto in ALTEC il ruolo di responsabile delle Operazioni di Missione e del Training ed è stata responsabile della definizione, sviluppo e certificazione del training per gli operatori di terra del Rover Operations Control Center (ROCC) la centrale operativa che da ALTEC seguirà la missione ExoMars 2028.
Si è occupata a lungo di eventi di Education ed Outreach. Dal gennaio 2025 ha smesso l’attività lavorativa e si dedica a diffondere la cultura spaziale presso le scuole e le organizzazioni che richiedono la sua presenza.
Veramente interessante.
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