La mostra di Escher - Un soggiorno ad Asti tra Escher e la Bagna Cauda (Eventi) ~ di Riccardino Massa - TeclaXXI

 EVENTI


Riccardino Massa


La mostra di ESCHER – 


Un soggiorno ad Asti tra Escher e la Bagna Cauda



Escher, Autoritratto nello specchio sferico (litografia) 1935
credit: Wikipedia.it 



Dopo le esposizioni dedicate a Chagall, Monet, ai Macchiaioli, a Giovanni Boldini, la Fondazione Asti Musei prosegue la propria attività espositiva presso Palazzo Mazzetti con una curatissima mostra dedicata ad Escher. 

La mostra, che resterà aperta sino all’11 maggio 2025, espone un centinaio di opere dell’artista olandese Maurits Cornelis Escher che ha rivoluzionato l’arte visiva intrecciandola con gli aspetti legati alla geometria. La sua forte immaginazione è costantemente espressa con rigore scientifico. 

Sono presenti opere importanti dell’autore come; “Mano con sfera riflettente” (1935), “Metamorfosi II “(1939) e più recenti lavori come; “Vincolo d’Unione” (1956). La mostra, in questo modo, ci permette di percorrere completamente l’evoluzione artistica di Escher. Dagli inizi ai viaggi in Italia, alle varie tecniche artistiche che lo impegnarono. Tassellature, metamorfosi, strutture dello spazio e paradossi geometrici.

L’artista nato nel 1898 a Leeuwarden è stato protagonista di mutamenti epocali con lo sviluppo di una concettualità matematica che è tipica del ‘900. Infatti, se la rappresentazione del concetto d’infinito si trova già rappresentata in epoca moderna da John Wallis nel 1655, e per quanto riguarda la geometria proiettiva con Girad Desargues all’inizio del XV secolo, possiamo senza alcun dubbio affermare che è proprio nel XX secolo che le più note teorie matematiche ci permettono di intravvedere un futuro non sempre rappresentabile dalla realtà visibile.

Lo sforzo immaginativo di Escher ci permette quindi di interpretare la poesia dell’arte figurativa utilizzando concetti che apparterrebbero, secondo alcuni, ad una fredda dimensione scientifica.





₁Balconata, litografia, 1945 (©Riccardino Massa)


Si spalancano porte che permettono al visitatore di sfidare la percezione unendo arte e scienza.  

Nelle sue confessioni Escher ci dice: “Personalmente mi sono sentito per anni in uno stato confusionale. Poi, però, arrivò il momento in cui mi sentii cadere la benda dagli occhi. Capii che il mio obiettivo non era più la padronanza della tecnica poiché un’altra esigenza era nata in me, la cui esistenza, fino a quel momento, mi era rimasta sconosciuta...Ciò non poteva venire espresso a parole, perché non si trattava di pensieri trasferibili in parole, ma in tipiche immagini mentali, intelligibili per altri solamente attraverso l’immagine visiva”.

In “Balconata” , ad esempio, si lavora su un’immagine che pur essendo disegnata in bidimensionalità, viene data origine una protuberanza attraverso un ingrandimento quadruplo nel mezzo.



 ₂ Bond of union, litografia, 1956 (©Riccardino Massa)


Nel vincolo d’unione l’effetto tridimensionale dell’opera “Bond of union” è intensificato dalle sfere che fluttuano davanti, dietro ed all’interno dei visi vuoti. Le teste che si formano con le spirali che si uniscono nella parte alta e bassa hanno la somiglianza della coppia di sposi. Escher conobbe la sua compagna di vita (Jetta Umiker, Svizzera, figlia di un banchiere fuggito da Mosca dopo la rivoluzione del 1917) il 31 marzo del 1923 durante un soggiorno ad Amalfi e si sposarono a Viareggio nel giugno del 1924 .




 ₃ Fotografia del matrimonio (©Riccardino Massa)


 La mostra non è solo una esposizione di litografie e xilografie, che provocano piacere estetico, lo conferma la presenza anche di ragazzi delle scuole accompagnati dagli insegnanti di scienze che affrontano in questo modo una immersione sensoriale partendo da una concettualità scientifica. Infatti, il percorso artistico viene affiancato da un percorso didattico fatto di video, sale immersive, lavagne magnetiche dove gli stessi ragazzi possono comporre figure che risultano complementari per una visione in positivo ed in negativo degli oggetti.




₄ Circle limit IV, xilografia, 1960 (©Riccardino Massa)


Nel “Limite del cerchio IV” , denominato anche Cielo e Inferno, la rappresentazione angelica e demoniaca si alterna per sei volte negli stadi “Terreni” e sono interstanti ed equivalenti, posti a raggio intorno al centro, poi i componenti divengono sempre più piccoli verso l’esterno dando così l’immagine di una sfera. Le interpretazioni simboliche anche in questo caso stimolano l’osservazione dell’oggetto.

La possibile visione psichedelica delle opere di Escher ha portato spesso all’utilizzo delle opere con altri scopi. Ad esempio, la copertina di LP in vinile, soprattutto nell’epoca della fioritura della musica Rock. L’artista non ha mai approvato questo uso merceologico delle sue opere, ma certamente l’uso del colore ha permesso di far risaltare i suoi lavori.




 ₅ Butterlies (©Riccardino Massa)


Interessanti sono anche le opere definite “Storie illustrate” come la litografia denominata “Rettili” , dove fra gli oggetti di ogni tipo c’è un quaderno nel quale si vede un disegno; un mosaico formato da figure a forma di rettile, in tre toni di colore contrastanti fra loro. Uno di questi animali è evidentemente stanco di stare immobile e piatto tra i suoi simili, per questo allunga una zampa di là del bordo del quaderno e si distacca per entrare nella vita reale. L’artista ci indica come sia forte il desiderio da parte dell’artista di superare il confine del foglio, di andare oltre l’immaginario. L’animale ora si arrampica sulla copertina per procedere con fatica su una scivolosa squadra che ci rappresenta l’apice della esistenza. Poi procede di nuovo verso il basso sulla superficie piatta della carta, ubbidiente al suo ruolo di immagine.




 ₆ Reptiles, litografia, 1943 (©Riccardino Massa)


Asti ci permette di vedere queste opere riunite in un paio d’ore di visita, direi anche in modo approfondito. Ma, se posso offrire un consiglio al “Turista per caso” che si recasse in questa città di provincia per la prima volta, gli direi di prendersi il tempo per vedere anche la collezione stabile di opere presenti nel Palazzo Mazzetti, che sono interessanti non solo perché vi è la presenza di noti pittori a livello nazionale , ma anche di alcuni piemontesi che, seppur sconosciuti sul piano nazionale, offrono però l’immagine di una vitalità artistica dell’area piemontese.



 

₇ Autoritratto di Renato Guttuso

credit:

https://www.ilcittadinomb.it/news/cultura-e-tempo-libero/il-secolo-breve-nei-volti-di-guttuso-venti-opere-al-must-di-vimercate/


Non è da disdegnare, inoltre, una passeggiata culinaria di quest’area geografica. Una delle zone dell’Italia che offre una quantità inimmaginabile di vini. Magari accompagnato dal piatto tipico di Asti che è l’Agnolotto all’astigiana. Pasta fresca ripiena di carne di vitello, coniglio, lombo di maiale, scarola o spinaci, salsiccia e Parmigiano grattugiato. Come secondo consiglierei un bollito misto oppure un brasato al Barolo. Per la Bagna Cauda , invece, bisogna spostarsi di qualche decina di chilometri, per raggiungere le Langhe. Poiché la Bagna Cauda è un piatto tipicamente invernale, lo si consiglia proprio in questo periodo.





₈ Immagine della Bagna Cauda https://ricette.giallozafferano.it/Bagna-caoda.html



RICCARDINO MASSA


BIONOTA

Riccardino Massa (1956) è nato nel “Canavese” (Piemonte centrale). Dal 1986 al 2020 ha svolto la professione di Direttore di scena al Teatro Regio di Torino. Ha ripreso la regia di Roberto Andò de Il flauto magico di Mozart nei Teatri lirici di Cagliari, Palermo e Siviglia, nonché la regia di Lorenzo Mariani de Un Ballo in Maschera di Verdi e quella di Jean Luis Grinda della Tosca di Puccini, entrambi al teatro Bunka Kaikan di Ueno in Giappone. Ha poi realizzato la messa in scena de L’Orfeo per il festival Casella e recentemente la ripresa della regia di Gregoretti del Don Pasquale di Donizetti al Regio di Torino.

 

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