DEMOCRAZIA, LE MOLTE FACCE DI UNA REALTÀ di Silverio Novelli (lingua italiana)
LINGUA ITALIANA
Maneggiare con cura – RUBRICA a cura di Silverio Novelli
Silverio Novelli
Democrazia, le
molte facce di una realtà
Certe volte viene da pensare: stanno parlando tutti della
stessa cosa? Quando Biden e Meloni, Lula o Netanyahu, usano la parola democrazia, si riferiscono allo stesso
concetto? Se Erdogan afferma, dopo l’ultima tornata elettorale: «Vincitore di
queste elezioni è la nostra democrazia», a che cosa si riferisce, parlando di democrazia? Noi sappiamo che la parola democrazia viene
dal greco dēmokratía, a sua volta composto di dêmos ‘popolo’
e -kratía (‘-crazìa’), che indicava ‘forza, potere (anche di governo)’.
Insomma, la democrazia antica greca era il potere del popolo,
intendendosi per ‘popolo’ quella parte degna di godere dei diritti politici
(partecipare alle elezioni delle assemblee rappresentative e avere la
titolarità a esservi eletti): a Sparta, per esempio, erano
cittadini solo gli spartiati, tutti “uguali” e tutti ugualmente partecipi
dell’assemblea decisionale (l’apella), mentre gli altri (perieci e
iloti) erano giudicati estranei alla comunità degli “uguali”, sia perché erano
stati sottomessi con la forza, sia perché si riteneva appartenessero a un’altra
“razza” rispetto alla schiatta dei “puri” spartiati.
Attraverso i
secoli
L’etimologia mostra chiaramente che la
rappresentatività e la qualità della democrazia, definibile come‘forma
di governo in cui la sovranità risiede nel popolo, che la esercita tramite
persone e organismi che elegge a rappresentarlo’ è destinata a variare a
seconda del contesto storico-geografico e istituzionale. Nella nostra lingua la
parola entra nella prima metà del Cinquecento (tramite il francese démocratie):
prima non vi erano le condizioni perché di democrazia si potesse parlare
anche soltanto con interesse culturale verso il mondo classico, di cui la
parola era una delle espressioni. In effetti, nel Cinquecento è stato l’amore
per i classici, e, in particolare, per il riscoperto Aristotele, a far nascere
la parola democrazia, in relazione e contrasto con monarchia e aristocrazia.
Soltanto dalla fine del Settecento democrazia entra in circolazione, in
rapporto alle vicende politiche contemporanee. Viene segnalata nel foglio «Monitore
cisalpino» (maggio 1798) tra i vocaboli «nuovamente
arrivati in Italia, o di nuova significazione, o d'un'antica, ma cambiata e
travisata». Lo scrittore Alfredo Panzini (1863-1939), nel 1918, la
definisce «gloriosa istituzione, che ha alquanto sofferto, durante la guerra
[1915-1918, ndr], nella salute e nella buona reputazione politica». Il
grande linguista Bruno Migliorini (1896-1975) ha scritto che «nel
1945 si è cominciato a distinguere fra democrazia occidentale, la
democrazia di tipo inglese, o statunitense, o francese, cioè la democrazia
formale, fondata sui diritti dell'uomo, e democrazia orientale (o democrazia
progressiva), fondata sulla lotta di classe e mirante alla dittatura delle
classi lavoratrici».
L’Italia è una democrazia parlamentare e costituzionale.
Da posizioni teoriche, giuridiche e politiche differenti sono stati trattati i
concetti di democrazia politica, democrazia civile, democrazia
liberale (o liberaldemocrazia), democrazia
sociale, democrazia formale in contrapposizione a democrazia
sostanziale.
In senso concreto, oggi, si intende per democrazia
anche il Paese che ha questa forma di governo (le moderne democrazie
occidentali; le democrazie popolari, cioè i Paesi
socialisti dell’Europa orientale prima del 1989).
In
tutt’altro àmbito
Molto interessante, tra la fine
del Novecento e gli inizi del nuovo secolo, l’affermarsi del concetto e della
locuzione democrazia elettronica (poi
anche nelle varianti e-democrazia,
dall’inglese e-democracy, ovvero e[lectronic]
democracy), che indica l’‘utilizzo di
procedure e piattaforme elettroniche allo scopo di incrementare la
partecipazione democratica dei cittadini’. Un capitolo nuovo si è aperto ma a
questo capitolo se ne è aggiunto un altro. Nel breve arco di nemmeno due
decenni, i progressi fenomenali dell’Intelligenza Artificiale e la larghezza e
profondità progredienti delle sue applicazioni corrono il rischio di entrare in
un una relazione conflittuale con la democrazia
elettronica appena sollevatasi sull’orizzonte del nuovo millennio.
SILVERIO NOVELLI
BIONOTA
Silverio Novelli si occupa da molti anni di lingua italiana. Tra le altre cose, ha scritto una grammatica scolastica (a sei mani), un paio di dizionari di neologismi (a quattro mani) e altri testi di divulgazione linguistica (a due sole mani, finalmente, le sue).
Commenti
Posta un commento
È gradita la firma in calce al commento. Grazie.