IL FENOMENO DELLE FAKE NEWS interpretato secondo una riflessione di Blaise Pascal di Riccardino Massa (pensiero filosofico)

 


PENSIERO FILOSOFICO


Riccardino Massa

Il fenomeno delle fake news interpretato secondo una riflessione di Pascal





Nei suoi Pensieri Blaise Pascal scriveva: 

“Immaginazione, è quella parte fallace dell’uomo, quella maestra di errore, di falsità, tanto più scaltra in quanto non è sempre tale perché sarebbe regola infallibile di verità, se fosse regola infallibile di menzogna. Ma, essendo il più delle volte fallace, non ha alcun segno della sua qualità; segnando col medesimo carattere il vero e il falso”.


Verrebbe quindi da pensare che l’immaginazione, e non la cattiveria, sia la vera generatrice delle false notizie. In questo modo ci da l’illusione che l’errore porti ad una forma di peccato veniale al massimo punibile con un buffetto sulla guancia. Potrebbe bastare ciò se le bufale non influenzassero più di tanto la vita degli individui, sia per qualità che per quantità.


Se guardiamo alla qualità delle bufale ci viene spontaneo riflettere sulla tragedia che ha determinato, ad esempio, il far circolare la notizia che il vaccino anti covid fosse un sistema per fare in modo che un qualche potere occulto (i complottisti sono sempre attenti a ciò) avesse trovato il sistema di farci iniettare una sostanza nociva per il nostro organismo. Una falsità che ha prodotto migliaia di vittime dirette (gente che per questo motivo non si vaccinava) o indirette (perché fragili e colpevoli solo di aver condiviso momenti sociali con un no vax).


Se pensiamo invece alla quantità di chi immagina che quella dichiarata sia la verità delle cose, allora c’è da preoccuparsi, in quanto il fenomeno, se amplificato attraverso i social (gli strumenti d’informazione meno controllabili) diventa virale soprattutto nei confronti delle persone facilmente influenzabili perché non si sono creati gli anticorpi del dubbio.


Una delle caratteristiche dell’immaginazione è probabilmente dovuta alla capacità dell’uomo di alternare il pensiero ai sogni. Se questa può essere messa in discussione dal proprio senso critico, allora diventa il miglior sistema di dialogo con la propria coscienza. Ma, se invece a determinare la Fake non fosse una particolare fervida fantasia, ma una precisa volontà umana, i danni potrebbero essere incalcolabili.


Blaise Pascal continuava così nei suoi Pensieri sul tema dell’immaginazione:

“Questa superba potenza, nemica della ragione, che si compiace di controllarla e di dominarla, per mostrare quanto sia grande il suo potere in tutte le cose, ha stabilito nell’uomo una seconda natura. Essa ha i suoi felici, i suoi infelici, i suoi sani, i suoi malati, i suoi ricci, i suoi poveri; fa credere, dubitare, negare la ragione; tiene in sospeso i sensi, li fa agire; ha i suoi pazzi ed i suoi saggi e niente ci indispettisce quanto vedere che riempie i suoi ospiti di una soddisfazione ben altrimenti piena e intera di quanto faccia la ragione”.


Viene spontaneo chiedersi quindi, come difendersi dalla generazione fake. Come l’individuo che volesse anteporre la ragione come metodo alla mera credenza, come possa difendersi da queste in un mondo dove è prevalente il rumore assordante di notizie spesso solo accennate in contrapposizione alla dilatata metodologia della verifica e dell’approfondimento. Una soluzione che vale per tutti probabilmente non esiste, esiste però la capacità dell’uomo di anteporre il dubbio alla totale accettazione di una tesi.


Per esaltare tale capacità di reazione, forse bisogna tendere a categorizzare coloro che ci trasferiscono la notizia, senza diventare schiavi dell’ideologismo.


Ancora Pascal ci viene in aiuto nei suoi Pensieri:

“Coloro che immaginano di essere uomini d’ingegno hanno in sé un compiacimento del tutto diverso da quello che possono ragionevolmente nutrire le persone di buon senso. Guardano gli altri con alterigia; disputano con baldanza e sicumera; gli altri con timidezza e insicurezza, e questa loro franchezza li avvantaggia spesso nell’opinione degli ascoltatori. […] L’immaginazione non può rendere saggi degli stolti, ma li rende felici, a dispetto della ragione che non può rendere i suoi amici se non infelici”.


Insomma, una delle potenti cause di questi errori è quindi la costante guerra fra i sensi e la ragione.


RICCARDINO MASSA


BIONOTA

Riccardino Massa (1956) è nato nel “Canavese” (Piemonte centrale). Dal 1986 al 2020 ha svolto la professione di Direttore di scena al Teatro Regio di Torino. Ha ripreso la regia di Roberto Andò de Il flauto magico di Mozart nei Teatri lirici di Cagliari, Palermo e Siviglia, nonché la regia di Lorenzo Mariani de Un Ballo in Maschera di Verdi e quella di Jean Luis Grinda della Tosca di Puccini, entrambi al teatro Bunka Kaikan di Ueno in Giappone. Ha poi realizzato la messa in scena de L’Orfeo per il festival Casella e recentemente la ripresa della regia di Gregoretti del Don Pasquale di Donizetti al Regio di Torino.



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