Elogio della chimica organica (perché ne abbiamo bisogno per non soccombere alla dittatura dell'emotività) (SCIENZA) ~ di Alessandro Giuliani - TeclaXXI
SCIENZA
Alessandro Giuliani
Elogio della chimica organica
(perché ne abbiamo bisogno per non
soccombere alla dittatura dell’emotività)
I
lettori di TeclaXXI che non hanno avuto l’esperienza di dover sostenere un
esame universitario di chimica organica (credo la grande maggioranza) si sono
persi l’occasione di provare una sensazione di serenità e purezza di tipo molto
particolare.
Ho
raggiunto questa consapevolezza qualche anno fa aiutando mia figlia minore
nella preparazione di questo esame. Ciò che si prospettava come una serie di
pomeriggi penosi conclusi da una sequela serale di recriminazioni (il classico
copione degli esami di carattere squisitamente matematico) si trasformava in
ore di grande soddisfazione per padre e figlia. All’andare avanti della preparazione,
man mano che consideravamo le regole chiare e (via via più evidenti) che
sovraintendono alla nomenclatura dei benzeni o ai meccanismi delle sostituzioni
nucleofile, ci accorgevamo della capacità generativa delle regole della
nomenclatura e di come apparentemente astrusi scioglilingua si risolvessero in
delicati grafi chimici simili a una arcana scrittura ideogrammatica.
Di
fatto la chimica condivide con la notazione musicale l’onore di essere un
linguaggio in cui i nomi sono necessariamente legati all’entità soggiacente e
viceversa (nomen omen insomma), per
cui il nome 2,2,4 trimetilpentano
consente all’accolito di sapere che si parla necessariamente di questa
struttura:
E allo stesso modo una molecola di questa struttura non può che chiamarsi 2,2,4 trimetilpentano.
Da
questa forma si ricavano le informazioni precise sul comportamento della
molecola reale come la sua reattività e le sue caratteristiche chimico-fisiche.
La forma è insomma un simbolo nel suo senso originario greco (συμ-βάλλω : ‘lancio’ insieme) di concentrato di informazioni implicite che possono essere
recuperate e rese esplicite dall’adepto.
Il
gioco funziona a condizione che la struttura sia ben disegnata rispettando le
regole di valenza (l’analogo chimico degli accordi ben formati della musica):
questo vincolo genera la soddisfazione dei giocatori, d’altronde a chiunque
verrebbe a noia ascoltare per più di pochi minuti una serie di note assemblate
casualmente. Esattamente come nel caso della musica, in cui chi è avvezzo alla
notazione musicale riesce a ‘generare’ nel suo animo l’esperienza sonora
corrispondente a uno spartito musicale, un chimico riuscirà a conoscere le
proprietà fondamentali di molecole ancora non sintetizzate, che non esistono
insomma, ma che sono ‘possibili’ perché ‘disegnate secondo regola’ una regola non
imposta ma che gli scienziati hanno tratto dall’osservazione della natura. La
scalata al cielo si ferma però quando la chimica si affaccia su un mondo
diverso le cui ‘regole di costruzione e funzionamento’ sono ancora largamente
ignote: nessuna formula riuscirà a far prevedere gli effetti tossici o
terapeutici di una molecola organica e dovremo affidarci all’empiria appena un
po' addomesticata dalla metodologia statistica.
La
chimica organica, insomma, a differenza della matematica, non solo ha una
logica molto più intuitiva anche a un livello di sofisticazione elevato, ma si
trasferisce immediatamente nel mondo della materia, proprio come la vera arte.
E proprio come l’arte ci infonde calma e serenità di spirito, la stessa
purificazione che abbiamo di fronte a un paesaggio incontaminato in cui siamo
toccati dalla verità.
Ed
è proprio questo legame con la verità a rendere inviso il pensiero scientifico
ai sistemi totalitari che preferiscono lo scientismo, una caricatura
ideologizzata della scienza che sostituisce l’ideologia alla contemplazione
della natura e all’aderenza ai fatti. Nell’aria viziata dallo scientismo
sensazionalista, la scienza rischia di soffocare, per questo abbiamo bisogno
della chiarezza della chimica organica per difendere la nostra libertà di
pensiero.
Ho
il massimo rispetto per chi studia le costruzioni umane (legge, economia,
scienze sociali, ecc.) ma quei campi diventano ogni giorno più impraticabili
dalla dittatura delle emozioni. Parole magiche come ‘diritti civili’,
‘uguaglianza’, ‘libertà di scelta’ che, a differenza dei nomi delle molecole
non rimandano necessariamente a una struttura unica, a un solo oggetto, sono
usate come armi per distruggere il nemico, veicolo di confusione piuttosto che
di chiarezza.
Studiate,
ve ne prego, la chimica organica.
BIONOTA Alessandro Giuliani vive a Roma, è sposato e padre di due figlie. Attualmente è Dirigente di Ricerca presso l’Istituto Superiore di Sanità.
È stato visiting professor all’Università Keio di Tokio, all’Istituto Indiano di Tecnologia (IIT) a Trivandrum (Kerala), all’Università di Chicago (USA) e all’Università di Tomsk (Federazione Russa).
Lavora da circa quaranta anni alla costruzione di modelli fisico-matematici di sistemi biologici complessi con particolare riguardo allo studio della struttura delle molecole proteiche, alla previsione di ‘transizioni di fase’ nell’espressione genica e alle relazioni tra struttura chimica e attività biologica. Ha contribuito, insieme a Joseph Zbilut e Charles Webber dell’Università di Chicago allo sviluppo dell’Analisi Quantitative delle Ricorrenze (RQA), attualmente diventata un metodo standard per l’analisi non-lineare delle serie temporali.
È autore di 489 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali ‘peer-review’ e di 10 libri di divulgazione.
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