VIAGGIO IN GIAPPONE 2024 - CAPITOLO 2 (REPORTAGE) ~ DI AZZURRA BONANNI E ROMAIN IOVINELLI - TECLAXXI
REPORTAGE
VIAGGIO IN GIAPPONE 2024 - CAPITOLO 2
Capitolo due – Giappone 2024
N.B. Tutte le foto che seguono così come i video di questa pagina sono di ©Azzurra Bonanni e di ©Romain Iovinelli
il primo capitolo è stata pubblicato da TeclaXXI il 13 dicembre 2924 qui
1. Kyoto: Yasaka Shrine
Il nostro viaggio in Giappone continua con Kyoto: una delle città più emblematiche, suggestive e, allo stesso tempo, dispersive. Il cruccio principale è stato infatti mappare l’itinerario: tutti i punti di interesse sono distanti l’uno dall’altro.
Come prima tappa abbiamo visitato l’antico santuario shintoista di Yasaka.
Il santuario, situato nel quartiere di Gion, si sviluppa su una superficie molto ampia. Come si può vedere nella foto, il tempio è visitabile anche dopo il crepuscolo. Visto di notte risulta particolarmente affascinante grazie all’accensione delle lanterne che circoscrivono il perimetro del santuario.
Seppur il popolo giapponese non sia così superstizioso come quello italiano, è usanza fare delle offerte alle antiche divinità pagane (Kami) al fine di auspicarsi fortuna nell’ambito lavorativo, familiare e sentimentale.
Proprio per questa superstizione, questo santuario rappresenta un luogo di culto per la città di Kyoto, poiché nel IX secolo d.C. Le divinità presenti in questo tempio posero fine all’epidemia che stava decimando la popolazione di Kyoto.
Per questa ragione, ogni luglio le offerte e celebrazioni all’interno del santuario sono numerose.
2) Geisha (video)
Rimanendo nel celeberrimo quartiere di Gion, abbiamo visitato il «Geiko and Maiko Museum of Gion».
Per rendere maggiormente comprensibile l’argomento di cui stiamo per parlarvi, faremo maggiore chiarezza sulle terminologie sopra citate.
Il “GEI” di geisha sta per “maestra”.
Viene chiamata geisha nella regione di Kanto, dove si trova Tokyo, ma ci sono anche zone di Kyoto dove viene chiamata “geiko”. Tutte loro si esibiscono nelle arti, nella danza tradizionale e nella musica; pertanto, vengono indicate con la parola “GEI”, ovvero, maestre di queste arti.
Il termine “Maiko” sta invece per “apprendista geisha”.
Noi abbiamo avuto la fortuna di vedere esibirsi sul palco una vera e propria Maiko. Tuttavia, non essendo stato possibile, poiché espressamente vietato, fare foto o video allo spettacolo, ci siamo limitati a riportarvi una clip mostrata all’interno del museo.
Nel video si può apprezzare un’anziana Geisha alle prese con uno dei tipici balli delle stesse. Ci hanno colpito soprattutto l’eleganza e la leggiadria dei movimenti.
3) Pagoda (Kiyomizu - Dera)
Il nostro viaggio prosegue con uno dei luoghi di culto più iconici e sacri di Kyoto: il Kiyomizu - Dera. Il nome vuol dire: “Tempio dell’acqua pura”. Non a caso, infatti, i credenti che si recano presso il tempio si purificano attraverso l’acqua (addirittura bevendola!). Essendo un tempio buddhista possiamo trovare al suo interno molteplici pagode, talmente alte che superano l’altezza degli alberi che le circondano. Una di queste è rappresentata nella foto: la Koyasunoto pagoda. Queste pagode sono situate tutte all’interno del parco che prende il nome dal santuario principale della zona. Seppure appaiano vicine all’occhio, spesso raggiungerle è difficile poiché situate in punti lontani e difficili da raggiungere rispetto al centro del punto d’interesse.
4) Kinkaku-ji (foto tempio dorato)
Rimanendo in tema templi, non potevamo non visitare il famosissimo Kinkaku-ji, noto anche come “tempio dorato” (da non confondere con il Ginkaku-ji, suo gemello ma d’argento).
Questo antico tempio buddista, patrimonio UNESCO, è stato ricostruito e infatti quella in foto è una replica, poiché un monaco ubriaco negli anni Cinquanta gli diede fuoco.
Il vero edificio è di fine XIV secolo, mentre quello attuale è una ricostruzione del 1955.
Per quanto ci abbia stupito la bellezza del tempio, il giardino circostante è stata l’unica area a cui avevamo libero accesso: l’ingresso all’interno del tempio non è consentito.
Possiamo dire che nonostante il sito sia esteticamente molto fotogenico, non è tutto oro quel luccica, come si suol dire.
Visitarlo è stato doverose ma sicuramente non ripetibile.
5) Nishiki Market
Per dare al nostro reportage un’impronta culinaria, non potevamo non parlare del «Nishiki market». Si tratta di un mercato molto famoso per la sua dimensione, nonché per la qualità e vastità di prodotti street food tipici giapponesi.
Nella foto si può ammirare la bellezza del tempura: fritti di granchio, gambero e calamaro.
Inutile dire quanto siano lontani anni luce dagli ormai a tutti noi noti «tempura» che troviamo negli All you can eat qui in Italia.
Lo consigliamo fortemente per gli amanti dello street food e per coloro che hanno un palato più temerario e non hanno timore di immergersi nella vera tradizione culinaria dell’Estremo Oriente.
Nagoya - Studio Ghibli [foto di Romain & Azzurra in compagnia di un personaggio «senza volto» della Città incantata (2001)]
Ci allontaniamo da Kyoto per proseguire il nostro viaggio a Nagoya. Seppur questa città di primo acchito non sembrerebbe suscitare particolare interesse, abbiamo comunque voluto visitarla per il famoso parco d’attrazione dello studio Ghibli. Una curiosità che abbiamo appreso (a discapito nostro) è il fatto che i giapponesi non hanno il nostro stesso modo di concepire i parchi d’attrazione: quello che noi immaginavamo essere un parco a tema, pieno di giostre e di attività interattive, si è rivelato essere una mera esposizione di riproduzioni in scala del mondo Ghibli. Ciò nonostante, abbiamo trovato interessante il parco e alcune delle riproduzioni (fatti specie quelle della città incantata) che, dal vivo, rendono intramontabili le opere del maestro Miyazaki. In conclusione, non consiglieremmo la visita al parco né consideriamo replicabile l’esperienza (che va prenotata in largo anticipo!).
Tokyo
1) Fujiyoshida Sengen Shrine (foto con maschere demoniache)
Verso la fine del nostro viaggio, stavolta accompagnati da due amici residenti, Valerio e Miwa, per non seguire il solito itinerario mainstream, ci siamo recati ai piedi del Monte Fuji e abbiamo deciso di visitare la “Fujiyoshida Sengen Shrine”. Secondo noi, questo è stato il santuario (shintoista) più suggestivo del nostro viaggio. Immerso in un bosco composto da cedri giganti, questo tempio è dedicato alla divinità protettrice del monte Fuji. In più, le maschere raffigurate in foto e situate all’ingresso del santuario, rappresentano gli “Oni”, ovvero i demoni giapponesi. Queste maschere, la cui sembianza risulta essere spaventosa, non hanno solo una valenza negativa, bensì spiritosa, buffa. Il tutto come se le maschere assumessero le varie emozioni umane. Tuttavia, nella cultura odierna, sono (per la più parte) viste come creature malvagie e demoniache.
In questo giorno le famiglie celebrano l’arrivo dell’autunno, pregano per un buon raccolto ed è un’occasione per rinsaldare i legami familiari. Celebrano la festività recandosi ai templi e santuari buddhisti e shintoisti. Nel video vediamo come è tipico dei giapponesi suonare il “taiko” (tamburo) in occasione delle festività.
Per concludere il nostro viaggio nipponico, siamo saliti su uno dei grattacieli più imponenti e iconici di Tokyo: lo Shibuya Sky. Questo grattacielo, situato nell’omonima piazza, mostra come il Giappone non sia solo sinonimo di tradizione ma anche di innovazione. La vista dall’ultimo piano mostra come Tokyo sia ormai una delle metropoli più tecnologicamente avanzate del Sud-est Asiatico, nonché del mondo.
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AZZURRA BONANNI
BIONOTA
Azzurra Bonanni ha ventitré anni ed è nata a Roma. Si è diplomata nel 2019 presso il Liceo linguistico Dante Alighieri di Fiuggi.
Nell’ottobre del 2022 si è laureata in Lingue e Letterature Moderne all’Università di Tor Vergata, con una tesi – Il linguaggio economico e la sua traduzione; un manuale di economia politica - che ha avuto per oggetto la traduzione di una sezione del manuale di economia Para entender la economía política y la política económica di Valeriano F. García. Traduce poesia dallo spagnolo all'italiano.
ROMAIN IOVINELLI
BIONOTA
Nato a Roma, ha vissuto in Croazia, Francia, Inghilterra e Marocco. Si è diplomato al liceo americano di St.-Cloud e si è laureato come assistente alla regia presso il CLCF a Parigi.
È laureato altresì in lingue e letterature moderne in Italia, con una tesi in angloamericana su Ulysses S. Grant.
A parte i suoi interessi storici, è trilingue e maratoneta. Ha creato il Marco Aurelio Project.
Traduce prosa dal/verso l'inglese.
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