In ricordo di Carlo Bergonzi ~ di Riccardino Massa (TEATRO&OPERA LIRICA) - TeclaXXI
riccardino
TEATRO&OPERA LIRICA
Riccardino Massa
In ricordo di Carlo Bergonzi
Sono
passati dieci anni dalla sua scomparsa. Nel luglio del 2014 ci lasciò a 90 anni
Carlo Bergonzi, uno degli storici tenori italiani, maestro di celebri cantanti
lirici di oggi come il tenore Roberto Aronica o i compianti Salvatore Licitra e
Vincenzo La Scola, oppure il basso Michele Pertusi.
Chissà
che cosa avrà pensato Mister Rudolf Bing, sovrintendente del MET (Metropolitan
Opera House di New York) quando il 13 novembre 1956 lo incaricò di sostenere il
ruolo di Radames nell’Aida di Giuseppe Verdi (Aida - Antonietta Stella, Amneris
– Fedora Barbieri, Amonasro – George London) e poi 5 giorni dopo il Trovatore.
Chissà che cosa avrà pensato Mister Bing quando piombò nel suo ufficio il
tenore Mario del Monaco e gli disse che rinunciava a due sue recite che aveva
in contratto, ma che gli aveva già trovato un sostituto d’eccezione.
Carlo
Bergonzi aveva già cantato negli Stati Uniti al Lyric Opera di Chicago, ma
sappiamo che dopo il successo di Enrico Caruso negli Stati Uniti la
consacrazione nell’olimpo dei cantanti poteva avvenire dopo aver cantato al
MET.
E
mi immagino Mister Bing tra le quinte ad emozionarsi per questa nuova voce
italiana squillante superata nel fraseggio, a parer mio, solo dal più noto Luciano
Pavarotti che fu suo amico. Un sovrintendente ancora incredulo per aver fatto
la scoperta di una nuova voce importante del panorama lirico mondiale.
E
il successo venne e non solo da parte degli specialisti. Per i giornali
ricordiamo l’osannante critica dell’epoca di Mister Miles Kastendieck sul New
York Journal- American. Ma ancora più importante fu la reazione da parte del
pubblico americano che lo amò fin da subito al punto da volerlo per ben 312
recite tra il 1956 fino al 1983 sul palcoscenico del MET.
Certo,
il suo repertorio era vasto, con autori diversi, Puccini, Bellini, Boito,
Catalani, Cilea, Donizetti, Mascagni, Leoncavallo, Janáček, Ponchielli,
Massenet, ma ha sempre avuto una predilezione per i ruoli verdiani. Famoso il
suo Si bemolle nel finale dell’aria Celeste Aida, acuto tenuto perché aveva un
ottimo controllo della respirazione e capace di diminuirlo sul pianissimo ed
aumentarlo a piacimento proprio per questo suo controllo diaframmatico. E
soprattutto un Si Bemolle come lo voleva Giuseppe Verdi che in partitura lo
scrive pianissimo. Perché a differenza di quello che si pensa l’acuto finale in
questo caso dovrebbe essere leggero come leggero è il pensiero che Radames
canta nella celebre aria pensando alla donna che ama.
Naturalmente quando si canta al Metropolitan
il confronto con altri precedenti è d’obbligo. E i cantanti lo sanno, quindi
l’emozione entrando in scena è doppia. Ma Carlo Bergonzi ha sempre mantenuto la
capacità di dare il meglio di sé, tanto è vero che per alcuni ruoli si è
addirittura permesso di diventare il punto di riferimento per le incisioni.
Ne
è un esempio l’Ernani. La prima volta che fu rappresentato al MET era il 1903
ed il tenore era il celebre Emilio Marchi, una voce decisamente ottocentesca. Poi
si rappresentò altre volte sempre con tenori di alto livello fino al 1956 con
uno splendido Mario Del Monaco. Quindi il confronto era d’obbligo.
Ebbene
dopo la sua recita la celebre editrice musicale RCA decide di incidere il disco
con l’intero cast presente in quella produzione con alla Direzione orchestrale
Thomas Schippers e con una “Elvira” d’eccezione niente po' po' di meno che
Leontyne Price. Ancora oggi quell’incisione è una pietra miliare delle
incisioni discografiche. E che dire della sua interpretazione nel ruolo di
Rodolfo nella “Luisa Miller”? Anche in questo caso la incide con la RCA nel
1965 con al fianco una splendida Anna Moffo.
Un’altra
importante incisione è quella relativa ad “Un Ballo in Maschera” che Bergonzi
conosce magnificamente avendo interpretato il ruolo di Riccardo già dal suo
debutto. La incide nel 1961 con la Decca diretta da Sir Georg Solti e
l’Orchestra di Santa Cecilia. Poi la inciderà nuovamente nel 1966 con Erich
Leinsdorf. La sua interpretazione è magistrale anche se sappiamo che i tempi
musicali del maestro Solti possono diventare delle vere trappole per i
cantanti, soprattutto per il controllo del fiato.
Artista
di fama internazionale ha cantato nei maggiori teatri nel mondo, Dalla Scala di
Milano al già citato MET, e poi al Wiener Staatsoper, incontrando in quella
occasione alla direzione del suo debutto Herbert Von Karajan. Cantò al Colon di
Buenos Aires, al Covent Garden di Londra, alla Fenice di Venezia per non
parlare di Chicago, Barcellona, Berlino, Madrid, Mosca, Salisburgo, Filadelfia,
Miami. Ha lavorato sempre con grandi protagoniste; da Maria Callas a Renata
Tebaldi che fu sua amatissima partner, alle già citate Antonietta Stella,
Leontyne Price e Anna Moffo, Joan Sutherland, Monserrat Caballé, solo per
citare le più famose.
Per
conosce meglio questo protagonista del mondo lirico, credo sia utile utilizzare
la tecnologia che i nostri tempi ci permettono e quindi, consiglio di seguire
l’intervista a Carlo Bergonzi effettuata 13 anni fa effettuata da Achille
Mezzadri che possiamo trovare sul canale You Tube e divisa in due parti, con il
racconto della sua vita professionale, umana ed affettiva.
RICCARDINO MASSA
BIONOTA
Riccardino Massa (1956) è nato nel “Canavese” (Piemonte centrale). Dal 1986 al 2020 ha svolto la professione di Direttore di scena al Teatro Regio di Torino. Ha ripreso la regia di Roberto Andò de Il flauto magico di Mozart nei Teatri lirici di Cagliari, Palermo e Siviglia, nonché la regia di Lorenzo Mariani de Un Ballo in Maschera di Verdi e quella di Jean Luis Grinda della Tosca di Puccini, entrambi al teatro Bunka Kaikan di Ueno in Giappone. Ha poi realizzato la messa in scena de L’Orfeo per il festival Casella e recentemente la ripresa della regia di Gregoretti del Don Pasquale di Donizetti al Regio di Torino.
GIUSTISSIMO questo omaggio ad un grande tenore, dalla voce armoniosa, gestita con impeccabile tecnica.
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